Gli effetti della permanenza forzata sulla ISS: un impatto sul corpo umano

Gli effetti della permanenza forzata sulla ISS: un impatto sul corpo umano

Astronauti bloccati sulla ISS: un anno nello spazio, un corpo trasformato

Butch Wilmore e Suni Williams hanno trascorso nove mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale, un'esperienza che, pur straordinaria, sottopone il corpo umano a stress considerevoli. Ma il caso di Frank Rubio, con la sua permanenza record di 371 giorni, offre un'opportunità senza precedenti per studiare gli effetti a lungo termine di un soggiorno così prolungato nell'ambiente spaziale. Cosa succede al corpo umano quando si spende così tanto tempo lontano dalla Terra?

La microgravità, in primis, è la principale responsabile dei cambiamenti fisiologici. L'assenza di gravità provoca una diminuzione della massa ossea e muscolare, con conseguente indebolimento e maggiore rischio di fratture. Gli studi su Rubio hanno mostrato un livello di degradazione ossea più significativo rispetto a quanto previsto da precedenti missioni di durata inferiore. Anche il sistema cardiovascolare è fortemente influenzato: il cuore, non dovendo lavorare contro la forza di gravità, si adatta riducendo la sua massa e la sua efficienza. Questo può comportare problemi di circolazione sanguigna al ritorno sulla Terra.

Inoltre, l'esposizione alle radiazioni cosmiche, maggiore nello spazio rispetto a quella terrestre, aumenta il rischio di tumori e danni al DNA. Gli scienziati stanno analizzando i campioni biologici di Rubio per valutare l'entità di questo danno e sviluppare contromisure per le future missioni di lunga durata. La NASA e le altre agenzie spaziali internazionali stanno investendo ingenti risorse nella ricerca, per comprendere appieno gli effetti a lungo termine della vita nello spazio e mitigare i rischi per gli astronauti. Capire come il corpo si adatta a queste condizioni estreme è fondamentale per pianificare con successo missioni future, come quelle verso Marte.

L'esperienza di Rubio offre dati inestimabili per questo ambito di ricerca. Analizzando i cambiamenti nel suo corpo, si potranno perfezionare le strategie di allenamento, nutrizione e protezione dalle radiazioni, garantendo la salute e il benessere degli astronauti durante missioni sempre più lunghe e ambiziose. La sfida è quella di rendere possibile la permanenza umana nello spazio per periodi di tempo estesi, garantendo la sicurezza e la salute di coloro che si avventureranno oltre i confini del nostro pianeta. I dati raccolti, quindi, non sono solo utili per la comprensione degli effetti sul corpo umano, ma anche per la realizzazione di tecnologie e protocolli che renderanno le missioni spaziali future più sicure ed efficienti.

Per approfondire: NASA

(19-03-2025 13:52)