Suicidio del marito dopo la frase "Non vedrai più nostra figlia": rischio processo per lei

Donna rischia il processo a Bari per maltrattamenti: accuse di aver spinto il marito al suicidio
Bari - Una richiesta di rinvio a giudizio è stata depositata dalla Procura di Bari nei confronti di una donna di 30 anni, accusata di maltrattamenti aggravati nei confronti del marito, un 34enne che si è tolto la vita un anno fa. Secondo l'accusa, la donna, originaria dell'Egitto, avrebbe ripetutamente insultato e minacciato l'uomo, arrivando a dirgli che sarebbe tornata nel suo Paese d'origine portando con sé la figlia di tre anni, con la frase "Non ti faccio più vedere nostra figlia". Una frase che, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbe contribuito a determinare il tragico gesto del marito.
L'inchiesta, condotta dagli inquirenti baresi, si basa su una serie di elementi raccolti nel corso delle indagini, tra cui testimonianze e riscontri investigativi. Le presunte vessazioni subite dall'uomo, secondo la ricostruzione della Procura, sarebbero state costanti e prolungate nel tempo, creando un clima di tensione e sofferenza che avrebbe finito per sopraffarlo. La frase "Non ti faccio più vedere nostra figlia", pronunciata ripetutamente, avrebbe rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendolo a compiere l'estremo gesto.
La donna ora rischia un processo per maltrattamenti, con l'aggravante di aver cagionato la morte del coniuge. La gravità delle accuse è evidente, e la vicenda evidenzia ancora una volta la drammaticità delle situazioni di violenza domestica e la necessità di un'attenzione costante da parte delle istituzioni e della società civile. Il processo si preannuncia complesso e delicato, chiamato a fare luce su una vicenda dolorosa che ha lasciato una profonda ferita nella comunità barese. La difesa della donna, naturalmente, avrà modo di presentare le proprie argomentazioni nel corso del procedimento giudiziario.
L'importanza di segnalare episodi di violenza domestica: In situazioni di maltrattamento, è fondamentale rivolgersi alle forze dell'ordine o ai centri antiviolenza. Esistono numerosi numeri di telefono e risorse disponibili per fornire supporto e assistenza a chi vive situazioni di disagio. Ricordiamo il numero verde nazionale antiviolenza 1522 e il sito del Ministero dell'Interno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne: https://www.interno.gov.it/it/temi/cittadinanza-sicurezza/violenza-contro-le-donne
Questa notizia è in continua evoluzione. Aggiornamenti saranno pubblicati non appena disponibili.
(