L'influencer IA Zoe De Biasi conquista Il Corriere

La trovata pubblicitaria di BetterMe fa discutere: Zoe De Biasi, l'influencer virtuale che "si compra" Il Corriere
Una campagna marketing audace e decisamente insolita sta facendo discutere il mondo del fitness e della comunicazione digitale.BetterMe, app di fitness molto conosciuta, ha lanciato una strategia di marketing decisamente originale, puntando su Zoe De Biasi, una influencer... creata interamente dall'intelligenza artificiale. La peculiarità? L'azienda ha acquistato uno spazio pubblicitario sul Corriere della Sera, utilizzando proprio l'immagine di Zoe per promuovere i propri servizi.
Questa mossa ha scatenato un dibattito acceso. Da un lato, l'innovazione tecnologica applicata al marketing è applaudita come un'idea geniale, capace di catturare l'attenzione in un panorama mediatico saturo. Dall'altro, si sollevano perplessità etiche sulla trasparenza e sulla potenziale confusione tra influencer reali e personaggi virtuali. Alcuni critici mettono in luce il rischio di una rappresentazione irrealistica dei corpi e degli stili di vita, alimentando aspettative non realistiche tra gli utenti.
Chi è dunque Zoe De Biasi? Non una persona in carne e ossa, ma un avatar digitale, un modello 3D sviluppato grazie all'intelligenza artificiale. La sua presenza online, curata dal team marketing di BetterMe, la mostra come un'appassionata di fitness, con foto e video che la ritraggono impegnata in allenamenti e attività sportive.
L'acquisto dello spazio pubblicitario sul Corriere della Sera rappresenta un'ulteriore escalation della strategia di BetterMe, confermando l'ambizione di affermarsi come leader nel settore. La scelta di un quotidiano nazionale di prestigio sottolinea l'investimento importante fatto dall'azienda nella campagna, ma al contempo accende i riflettori sulle implicazioni etiche di una strategia così innovativa.
Il futuro del marketing digitale sembra puntare sempre di più sull'IA, con la creazione di influencer virtuali sempre più realistici. Ma il dibattito su come regolare questo nuovo scenario, e su come garantire trasparenza e rispetto delle norme etiche, è solo all'inizio. Il caso Zoe De Biasi e la campagna di BetterMe aprono una riflessione importante sulle sfide e le opportunità che questa nuova frontiera tecnologica pone alla società.
Il successo o il fallimento di questa strategia dipenderà non solo dall'efficacia della campagna pubblicitaria in termini di risultati di vendita, ma anche dalla capacità di BetterMe di gestire il dibattito pubblico e di rispondere alle critiche in modo trasparente e responsabile. La storia di Zoe De Biasi, quindi, è destinata a far parlare di sé ancora a lungo.
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