Settore auto: la svolta a metà.

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Crisi dell'Auto: Un Green Deal a Metà Strada e le Sue Ombre su Occupazione e Mercato
Bruxelles, [Data odierna] - Il settore automobilistico europeo è sull'orlo di una trasformazione epocale, spinto dalle ambiziose politiche del Green Deal. Tuttavia, la transizione verso la mobilità elettrica si sta rivelando più complessa del previsto, generando preoccupazioni crescenti per l'economia e l'occupazione.
La recente normativa Euro 7, sebbene miri a ridurre ulteriormente le emissioni, ha sollevato un coro di proteste da parte dei costruttori. Molti temono che gli ingenti investimenti necessari per adeguarsi alle nuove regole possano dirottare risorse dalla ricerca e sviluppo di veicoli elettrici, rallentando ulteriormente il passaggio all'elettrico.
"La Commissione Europea deve ascoltare le nostre preoccupazioni", ha dichiarato Luca de Meo, Presidente dell'ACEA (Associazione Costruttori Europei di Automobili), in un'intervista rilasciata a [Testata Giornalistica]. "Un approccio troppo rigido rischia di penalizzare l'industria europea, favorendo la concorrenza extra-europea".
Le ripercussioni sociali sono altrettanto significative. La filiera automotive italiana, che conta centinaia di migliaia di posti di lavoro, è particolarmente vulnerabile. La riconversione industriale verso l'elettrico richiederà nuove competenze e investimenti massicci in formazione. Senza un piano adeguato, si teme una perdita massiccia di posti di lavoro, soprattutto nelle regioni a più alta vocazione automobilistica.
Il Governo Italiano, attraverso il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso forte preoccupazione per le implicazioni del Green Deal sull'industria nazionale. "Stiamo lavorando a stretto contatto con la Commissione Europea per trovare soluzioni che salvaguardino i nostri interessi", ha affermato Urso durante un recente convegno a [Città]. "È fondamentale che la transizione sia graduale e sostenibile, tenendo conto delle specificità del nostro tessuto industriale."
Il ministro ha anche auspicato l'attivazione di strumenti finanziari mirati a sostenere la riconversione industriale e la riqualificazione dei lavoratori.
Un nodo cruciale rimane l'approvvigionamento di materie prime critiche, essenziali per la produzione di batterie. La dipendenza da paesi terzi, come la Cina, espone l'Europa a rischi geopolitici e rende più fragile l'intera filiera.
L'obiettivo di un futuro a zero emissioni rimane prioritario, ma è necessario trovare un equilibrio tra ambizioni ambientali e realtà economiche e sociali. Il Green Deal, così come è concepito, rischia di diventare una "transizione incompiuta", con conseguenze potenzialmente devastanti per l'industria automobilistica europea e per i milioni di lavoratori che da essa dipendono.
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