Nuovo Dna nel caso Poggi: un'impronta finora trascurata

Omicidio Chiara Poggi: un'impronta "fantasma" riapre il caso?
A 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, nuove analisi del DNA sotto le unghie e sulle dita della giovane vittima riaccendono i riflettori sul caso. Le perizie, in corso di valutazione, si concentrano su cinque aplotipi, profili genetici parziali, che potrebbero fornire elementi cruciali per la ricostruzione dei tragici eventi. La Procura sta cercando ulteriori tracce del DNA di Alberto Stasi, già condannato in primo grado e poi assolto in appello, ma un elemento inatteso è emerso: un'impronta genetica di un individuo "ignoto 2", apparentemente ignorata nelle indagini iniziali.
"Questo nuovo profilo genetico apre scenari inediti", afferma una fonte vicina all'inchiesta. "Si sta lavorando per accertare l'identità del soggetto a cui appartiene questo DNA. L'ipotesi di un'impronta contaminante è ovviamente presa in considerazione, ma tutte le piste sono aperte."
Lo scontro tra le perizie è acceso. Divergenze interpretative sulle analisi del DNA già eseguite negli anni passati stanno rallentando il processo di chiarimento. L'attenzione si concentra soprattutto sul significato dei cinque aplotipi repertati sulle mani di Chiara Poggi, e sulla loro compatibilità o meno con il DNA di Alberto Stasi. L'analisi delle nuove tracce, compresa quella dell' "ignoto 2", potrebbe fornire elementi decisivi per superare le discrepanze esistenti tra le diverse perizie.
Le indagini si concentrano ora sull'identificazione dell' "ignoto 2". Gli inquirenti stanno setacciando un vasto database di profili genetici, sperando di trovare una corrispondenza. Parallelamente, si sta lavorando ad un'accurata rivalutazione delle procedure di prelievo e analisi del DNA effettuate nel 2007, per escludere contaminazioni o errori procedurali che potrebbero aver compromesso i risultati delle indagini originarie. Il caso di Chiara Poggi, insomma, è ancora lontano dall'essere archiviato, e questo nuovo elemento investigativo potrebbe rappresentare una svolta decisiva.
Il ritrovamento di questo "nuovo" DNA, a distanza di così tanto tempo, alimenta le speranze di fare finalmente chiarezza su un delitto che ha sconvolto l'Italia. La magistratura si trova di fronte ad una sfida complessa, ma l'impegno nella ricerca della verità appare massimo. L'attenzione mediatica, inevitabilmente, è tornata alta, con l'opinione pubblica in attesa di nuovi sviluppi.
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