Semilibertà Schettino, nuova udienza ad aprile

Condanna definitiva per Schettino: 16 anni per il naufragio della Costa Concordia

Francesco Schettino, ex capitano della Costa Concordia, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il naufragio avvenuto al largo dell'Isola del Giglio nel 2012. La sentenza, emessa dalla Corte di Cassazione, chiude definitivamente un lungo e complesso iter giudiziario. La tragedia, che costò la vita a 32 persone, ha scosso l'opinione pubblica internazionale, segnando profondamente la storia della navigazione e sollevando interrogativi sulla sicurezza in mare.

La condanna, confermando le sentenze precedenti, sancisce la responsabilità di Schettino per abbandono di nave e omicidio colposo plurimo. Il processo, durato anni, ha visto susseguirsi testimonianze e perizie, ricostruendo nel dettaglio le drammatiche ore del naufragio e le scelte del comandante, scelte giudicate gravemente imprudenti e colpevoli dalla magistratura. La sentenza, attesa da tempo, rappresenta un punto fermo per le vittime e le loro famiglie, un passo verso la chiusura di una ferita profonda e dolorosa.

Intanto, è stata rinviata al mese di aprile l'udienza relativa alla richiesta di semilibertà presentata dallo stesso Schettino. Il suo legale aveva chiesto al Tribunale di Sorveglianza di concedere al suo assistito la possibilità di scontare parte della pena in regime di semilibertà, una misura che gli consentirebbe di lavorare di giorno e di trascorrere le notti in carcere. La decisione definitiva sul ricorso per la semilibertà sarà presa dal giudice nei prossimi mesi.

La vicenda della Costa Concordia, e la condanna di Schettino, rimane un monito sulla necessità di stringenti misure di sicurezza nel settore crocieristico e sul rispetto delle norme marittime. L'incidente ha segnato un profondo cambiamento nelle procedure di sicurezza e nella formazione del personale marittimo, aprendo un dibattito globale sul tema della responsabilità in ambito navale. La sentenza della Cassazione, pur non potendo restituire le vite perdute, rappresenta un significativo passo avanti nel percorso di giustizia e di memoria.

La notizia ha suscitato un'ampia eco mediatica a livello nazionale e internazionale. Molte testate giornalistiche si sono occupate del caso, offrendo approfondimenti e analisi sul verdetto. Repubblica.it , ad esempio, ha dedicato ampio spazio alla vicenda, ripercorrendo le tappe del processo e le dichiarazioni delle parti coinvolte.

(04-03-2025 10:41)