L'odissea di un cooperante italiano: sciopero della fame per la sua libertà

Cooperante italiano Alberto Trentini: 100 giorni di silenzio, sciopero della fame per la sua liberazione

Silenzio, poi la voce della madre a rompere il muro di diplomazia. Sono trascorsi 100 giorni dalla detenzione di Alberto Trentini, cooperante italiano fermato ad un posto di blocco mentre svolgeva una missione umanitaria. Da allora, nessun contatto, nessun aggiornamento ufficiale sulle sue condizioni. La sua famiglia, stremata dall'incertezza, ha lanciato un appello disperato: uno sciopero della fame a staffetta fino alla liberazione di Alberto.

La notizia, diffusa nelle ultime ore, ha gettato una luce drammatica sulla situazione. La madre di Alberto, con voce rotta dall'emozione, ha descritto i giorni di angoscia vissuti, l'impotenza di fronte al silenzio delle istituzioni e la crescente preoccupazione per la salute del figlio. "Non sappiamo dove si trovi, né quali siano le accuse a suo carico. Chiediamo solo che ci venga restituito", ha dichiarato, con gli occhi lucidi di lacrime.

L'impegno umanitario di Alberto in zone di conflitto è noto alla sua famiglia e ai suoi amici, così come l'impegno nel rispettare le normative internazionali. La sua attività si concentra sulla protezione dei rifugiati e sull'aiuto alle popolazioni più vulnerabili. Questa dedizione alla causa umanitaria rende ancora più inspiegabile e inaccettabile la sua detenzione prolungata e senza spiegazioni.

Lo sciopero della fame a staffetta, intrapreso dai familiari e dagli amici di Alberto, rappresenta un'azione di protesta disperata, ma anche un potente simbolo della loro determinazione a non abbandonare la lotta per la sua liberazione. È un appello accorato alla comunità internazionale e alle autorità competenti affinché intervengano con urgenza e facciano luce su questa vicenda, restituendo Alberto alla sua famiglia e alla sua attività umanitaria.

La Farnesina è stata contattata per un commento, ma al momento non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali. La famiglia di Alberto Trentini, però, non si arrenderà e continuerà a lottare per la sua liberazione, chiedendo il sostegno di tutti coloro che credono nei diritti umani e nell'importanza del lavoro umanitario.

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(01-03-2025 19:25)