Condanna a 8 mesi per Delmastro sul caso Cospito
Delmastro: "Spero ci sia un giudice a Berlino", condanna a 8 mesi per favoreggiamento
Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, è stato condannato a otto mesi di reclusione per rivelazione di segreto d'ufficio nell'ambito del caso Cospito. La sentenza, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Roma, riguarda la condivisione di informazioni riservate con il deputato di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, relative alle dichiarazioni del detenuto anarchico Alfredo Cospito. La notizia ha scosso il panorama politico italiano.
"Spero ci sia un giudice a Berlino", ha dichiarato Delmastro in una conferenza stampa subito dopo la condanna, in una frase interpretata da molti come una sfida alla giustizia italiana e un'allusione alla possibilità di un ricorso internazionale. Il sottosegretario ha ribadito con fermezza la sua intenzione di non dimettersi, difendendo la propria azione e sostenendo di aver agito nell'interesse della sicurezza nazionale.
Questa decisione è stata fortemente criticata dalle opposizioni, che chiedono le dimissioni immediate di Delmastro, ritenendo la condanna incompatibile con la sua permanenza nel governo. Il Partito Democratico ha parlato di "gravissimo attacco allo Stato di diritto" e ha richiesto la convocazione urgente del Parlamento. Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso la sua disapprovazione, chiedendo maggiore trasparenza e chiarezza sulla vicenda.
La vicenda ruota attorno alla presunta violazione del segreto d'ufficio da parte di Delmastro, che avrebbe trasmesso a Donzelli informazioni riservate sulle dichiarazioni di Cospito relative a possibili collaborazioni con la criminalità organizzata. Donzelli, a sua volta, avrebbe poi divulgato tali informazioni in Parlamento. La difesa di Delmastro si basa sulla tesi che la divulgazione delle informazioni fosse giustificata dalla necessità di tutelare la sicurezza nazionale. Tuttavia, il giudice ha ritenuto che questa giustificazione non fosse sufficiente a legittimare la violazione del segreto d'ufficio.
La condanna di Delmastro apre scenari complessi per il governo Meloni. Le reazioni politiche sono state immediate e dirette, con l'opposizione che intensifica la pressione sul governo affinché si assuma la responsabilità della vicenda. Il caso, oltre alle implicazioni politiche, solleva importanti questioni sul bilanciamento tra la tutela della sicurezza nazionale e il rispetto del segreto d'ufficio. La frase sibillina di Delmastro ("Spero ci sia un giudice a Berlino") lascia intendere una possibile strategia difensiva che si estende ben oltre i confini nazionali, alimentando ulteriormente le tensioni e le polemiche. Seguiremo gli sviluppi della vicenda con attenzione.
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