Uss, confermato il carcere per il coordinatore della fuga
Nuovo Giudizio a Milano: Confermata la Detenzione per il Coordinatore della Fuga di Uss
Milano, 15 Ottobre 2023 - La Corte d'Appello di Milano ha confermato la detenzione per il coordinatore della fuga di Roberto Uss, il latitante arrestato in Sudamerica lo scorso anno. La decisione arriva a seguito dell'annullamento con rinvio da parte della Cassazione, che aveva sollevato dubbi su alcuni aspetti del precedente processo. La sentenza di oggi, emessa dopo un nuovo ed accurato esame delle prove, sancisce definitivamente la responsabilità dell'uomo, di cui non viene riportato il nome per motivi di privacy, per il suo ruolo nell'organizzazione della complessa evasione dell'ex latitante.
"La Corte ha ritenuto sufficienti le prove raccolte per confermare la colpevolezza dell'imputato", ha dichiarato una fonte vicina al processo, preferendo rimanere anonima. Le accuse a carico dell'uomo includono favoreggiamento e associazione a delinquere, reati che prevedono pene severe. La decisione della Corte d'Appello rappresenta un duro colpo per la difesa, che aveva puntato sulla presunta insufficienza probatoria evidenziata dalla Cassazione. Tuttavia, il nuovo esame del caso ha evidentemente dissipato ogni dubbio sulla responsabilità dell'uomo, la cui condanna ora sembra definitiva.
Il caso Uss, che ha tenuto banco per mesi, ha visto coinvolti numerosi personaggi e ha portato alla luce una rete di complicità che ha facilitato la latitanza del presunto boss per un periodo considerevole. La sua cattura in Sudamerica, ampiamente riportata dai media, ha rappresentato un successo significativo per le forze dell'ordine, ma le indagini si sono estese per identificare e processare tutti i complici che hanno contribuito alla sua fuga.
La sentenza di oggi, dunque, chiude un capitolo importante di questa intricata vicenda, confermando l’efficacia del sistema giudiziario italiano nella sua capacità di garantire giustizia, anche dopo annullamenti e riesami. Il coordinatore della fuga resterà quindi in carcere in attesa del passaggio in giudicato della sentenza. Resta da comprendere ora il percorso che seguirà la difesa, se opterà o meno per il ricorso in Cassazione.
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