**Rimpatriato dall'Albania: odisea per un fioraio in sette giorni.**

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Rimpatri da Gjader: Costi esorbitanti e polemiche crescenti

Il primo rimpatrio da Gjader costa una fortuna: almeno 6.000 euro per rispedire in Italia un solo immigrato. Una cifra che solleva interrogativi sulla sostenibilità economica dell'accordo tra Italia e Albania e alimenta le polemiche sull'efficacia del piano.

In questi giorni, si registra un via vai di mezzi per riportare in Italia altri tre migranti. Si tratterebbe di persone che, per motivi diversi, non rientrano nei criteri di permanenza previsti nella struttura albanese.

A complicare ulteriormente la situazione, un nuovo intervento dei giudici di Roma ha bloccato un'ulteriore espulsione. La decisione, basata su presunte irregolarità nella procedura, mette in discussione la legittimità dei rimpatri e apre un nuovo fronte di scontro legale.

La vicenda del "venditore di rose" è emblematica: quattro viaggi in sette giorni per il suo rimpatrio. Un balletto burocratico costoso e inefficiente che, secondo le opposizioni, dimostra il fallimento dell'intera operazione. Le associazioni per la difesa dei diritti umani denunciano ASGI, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, afferma che “si sta spendendo una quantità ingente di denaro pubblico per operazioni che non risolvono il problema dell'immigrazione e violano i diritti fondamentali delle persone”.

Il governo, dal canto suo, difende l'accordo con l'Albania come una misura necessaria per contrastare l'immigrazione irregolare e ridurre la pressione sui centri di accoglienza italiani, sottolineando come Ministero dell'Interno stia lavorando per rendere più efficienti le procedure e garantire il rispetto dei diritti.

Tuttavia, i costi elevati e le continue battute d'arresto legali mettono a dura prova la credibilità del piano e alimentano il dibattito politico. La domanda che tutti si pongono è: a che prezzo?

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(21-04-2025 00:01)