Usa danno via libera al nucleare iraniano per usi civili: Netanyahu si oppone

Tenso braccio di ferro sul nucleare iraniano: Usa aprono a programma civile, ma Israele si oppone
Roma - Un’apertura americana, ma un netto rifiuto israeliano. Questo il risultato dei colloqui di Roma sul programma nucleare iraniano, che hanno lasciato un quadro ancora incerto e denso di tensioni. Gli Stati Uniti hanno infatti mostrato una certa flessibilità, dichiarandosi disponibili a consentire all’Iran l’utilizzo dell’energia nucleare per scopi civili. Questa concessione, però, è nettamente condizionata al divieto assoluto di arricchimento dell’uranio per scopi militari, una linea rossa per Washington.
La posizione di Teheran rimane, invece, ferma sulla richiesta di un completo ritiro delle sanzioni internazionali, considerata condizione imprescindibile per qualsiasi tipo di accordo. L’Iran continua a ribadire la natura pacifica del proprio programma nucleare, ma la comunità internazionale resta scettica, alimentando sospetti su possibili mire militari.
Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano, ha espresso la sua profonda contrarietà all'apertura americana, dichiarando senza mezzi termini: “Non lasceremo che abbiano l’atomica”. Le parole di Netanyahu rispecchiano l'intransigente posizione di Israele, che vede nel programma nucleare iraniano una grave minaccia alla propria sicurezza nazionale. La reazione di Netanyahu evidenzia la difficoltà di trovare un punto di incontro tra le diverse posizioni in gioco e la complessità della sfida diplomatica.
L’incontro di Roma, pur non avendo portato a risultati concreti, ha aperto un canale di dialogo, seppur fragile. Un ulteriore incontro è previsto per sabato in Oman, dove si tenterà di fare un ulteriore passo avanti. La strada verso una soluzione definitiva resta però ancora lunga e tortuosa, contraddistinta da un’evidente spaccatura tra le posizioni degli Stati Uniti e quelle di Israele.
Il futuro del programma nucleare iraniano rimane appeso a un filo, tra le speranze di una soluzione diplomatica e il timore di un’escalation del conflitto. La partita è ancora aperta e il mondo attende con ansia gli sviluppi dei prossimi incontri.
Approfondimenti: BBC News Reuters
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