Inchiesta Tunisia: condanne per avvocati, imprenditori e attivisti. Il caso dell'ex ambasciatore italiano.

Tunisia: Pene Dure per "Complotto Contro la Sicurezza dello Stato"
Tunisi, - Un duro colpo alla società civile tunisina. Il tribunale militare di Tunisi ha inflitto pene pesanti a numerosi imputati accusati di "complotto contro la sicurezza dello Stato", in un processo che ha suscitato forti critiche da parte delle organizzazioni internazionali per i diritti umani. Tra i condannati figurano avvocati, uomini d'affari e attivisti politici. Le accuse ruotano attorno ad allegati colloqui con il diplomatico italiano Fabrizio Saggio, ex ambasciatore a Tunisi, e l'influente filosofo Bernard-Henri Lévy. La sentenza, emessa nel 2023, rappresenta un'ulteriore stretta del presidente Kais Saied sulla società civile, già fortemente limitata negli ultimi anni.
Le condanne variano da diversi anni di reclusione a pene più lievi. Alcuni imputati sono stati accusati di aver partecipato a incontri segreti volti a destabilizzare il paese, mentre altri sono stati condannati per aver diffuso informazioni ritenute false o dannose per la sicurezza nazionale. L'ex ambasciatore Saggio, sebbene non processato direttamente, è stato al centro delle accuse, con le intercettazioni telefoniche presentate dalla pubblica accusa che hanno contribuito a costruire il caso dell'accusa. La sua presenza nel dibattito pubblico, in questo caso, è stata notevole, sollevando interrogativi sul ruolo della diplomazia italiana in Tunisia.
La presenza di Bernard-Henri Lévy tra gli imputati ha ulteriormente amplificato l'attenzione internazionale sul caso. Il noto intellettuale francese, conosciuto per il suo impegno politico, è stato accusato di aver partecipato ad attività ritenute sovversive. La sua condanna, anche se di entità minore rispetto ad altri imputati, ha suscitato indignazione tra i suoi sostenitori, che parlano di un attacco alla libertà di espressione.
Questa sentenza si inserisce in un contesto di crescente repressione in Tunisia, dove il presidente Saied ha concentrato sempre più potere nelle sue mani, limitando le libertà civili e politiche. Organizzazioni come Human Rights Watch e Amnesty International hanno espresso preoccupazione per il numero crescente di arresti e processi contro oppositori politici e attivisti, denunciando un clima di intimidazione e di restrizione della libertà di parola. La vicenda mette in luce la complessa situazione politica tunisina e le tensioni tra il governo e la società civile.
Il ruolo dell'ex ambasciatore italiano e le implicazioni diplomatiche del caso sono ancora oggetto di dibattito. Le reazioni internazionali alla sentenza sono state variegate, con alcune nazioni che hanno espresso preoccupazione per il rispetto dei diritti umani in Tunisia e altre che si sono mantenute più caute. La situazione resta tuttavia critica e richiederà un attento monitoraggio nei prossimi mesi.
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