Pace giusta e tariffe: Meloni e Vance a confronto

Pace giusta e tariffe: Meloni e Vance a confronto

Salvini, Tajani e Meloni a Washington: tra mozzarelle, battute e diplomazia

Washington D.C. – La visita della premier Giorgia Meloni negli Stati Uniti è stata un mix di diplomazia internazionale e momenti più informali, caratterizzati da un’interessante sinergia – e qualche contrasto – tra i membri della delegazione italiana. Matteo Salvini, con l’ausilio di un traduttore, si è presentato in una veste “super-trumpiana”, secondo alcuni osservatori, adottando un tono diretto e talvolta polemico. Una strategia comunicativa che ha generato sia apprezzamenti che critiche.

Antonio Tajani, invece, ha optato per un approccio più tradizionale e diplomatico, regalando mozzarelle di bufala ai suoi interlocutori americani. Un gesto che, oltre ad essere un omaggio alla gastronomia italiana, ha contribuito a creare un clima più disteso e favorevole al dialogo. La stessa premier Meloni, in un momento di relax a tavola, ha scherzato sulle tariffe, pronunciando la frase: “Zero tariffs on italian cheese”. Un commento leggero ma significativo, che evidenzia l’importanza del settore agroalimentare italiano per l’economia del paese e la volontà di rafforzare i rapporti commerciali con gli Stati Uniti.

La questione della pace in Ucraina è stata al centro degli incontri ufficiali. Meloni, nel corso di colloqui con il vicepresidente Kamala Harris e il segretario di Stato Antony Blinken, ha ribadito la necessità di una "pace giusta", insistendo con fermezza sulla posizione italiana. In particolare, durante i colloqui con il senatore americano Mark R. Warner, la premier ha ribadito l'importanza del sostegno all'Ucraina e la condanna dell'aggressione russa, senza però tralasciare l'auspicio di una soluzione negoziata che tenga conto degli interessi di tutte le parti coinvolte. Questa posizione, pur confermando l'alleanza atlantica dell'Italia, ha sottolineato anche l'importanza di una mediazione attiva per evitare l'escalation del conflitto.

Le divergenze di stile tra i membri della delegazione italiana hanno però arricchito la narrazione della visita. Mentre Salvini ha puntato su un approccio più populista, Tajani ha preferito la diplomazia tradizionale e Meloni ha cercato di mantenere un equilibrio tra fermezza e pragmatismo. Un quadro complesso che riflette la pluralità di approcci e la varietà di interessi presenti all'interno del governo italiano, e che certamente ha offerto spunti di riflessione ai media e all'opinione pubblica internazionale.

La visita si conclude con l'impressione di una delegazione italiana che, pur nelle sue diverse sfumature, ha saputo rappresentare efficacemente gli interessi nazionali in un contesto geopolitico delicato e importante per il futuro dell'Italia.

(19-04-2025 01:00)