Decennale del naufragio di Lampedusa: Mattarella chiede all'Ue un impegno concreto sui flussi migratori

Decennale del naufragio di Lampedusa: 34mila morti e un nuovo dramma in mare
Dieci anni fa, il 3 ottobre 2013, il Mediterraneo si tingeva di rosso. Il più grande naufragio della storia dell’immigrazione, al largo di Lampedusa, segnava un tragico punto di svolta. 366 vite spezzate, un numero che si è trasformato in una cifra agghiacciante: 34.000 morti nel decennio successivo, secondo le stime delle organizzazioni umanitarie. Un tributo di sangue che grida vendetta e impone una riflessione profonda sulla risposta dell'Europa alla crisi migratoria.
Mentre ricordiamo le vittime del naufragio del 2013, un nuovo dramma si consuma nel mare. Un barcone con circa 72 persone a bordo è scomparso nel Mediterraneo. La sorte dei migranti a bordo resta incerta, alimentando l'angoscia e la rabbia. La notizia, diffusa da diverse fonti, aggiunge un ulteriore strato di dolore a un decennio già segnato dalla tragedia.
Di fronte a questa realtà inaccettabile, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un appello accorato all'Unione Europea: "È necessario un impegno concreto da parte dell'Ue per governare i flussi migratori". Un appello che non può rimanere inascoltato. Serve un cambio di passo radicale, una maggiore condivisione delle responsabilità tra gli Stati membri e l'adozione di politiche più umanitarie ed efficaci.
Il ricordo delle vittime di Lampedusa, e la drammatica situazione attuale, ci impongono di guardare al futuro con coraggio e determinazione. Non possiamo permetterci di assistere inermi a nuove tragedie. È necessario investire in sicurezza, prevenzione e soccorso in mare, ma soprattutto costruire percorsi legali e sicuri per chi fugge da guerre, povertà e persecuzioni. Il Mediterraneo non può più essere un cimitero.
Le organizzazioni umanitarie continuano a denunciare la mancanza di risorse e l'insufficienza degli interventi internazionali. È indispensabile un impegno congiunto delle istituzioni, ma anche della società civile, per garantire che il tragico bilancio delle vittime in mare non continui ad aumentare. L'inazione è complicità.
Per approfondire la situazione dei migranti nel Mediterraneo, si può consultare il sito dell'UNHCR https://www.unhcr.org/it-it.html e di altre organizzazioni umanitarie impegnate sul campo. L'informazione e la consapevolezza sono strumenti fondamentali per combattere l'indifferenza e costruire un futuro più giusto.
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