Sentenza inglese sulla donna: Cavarero difende i diritti conquistati

Intervista alla filosofa Cavarero: “La sentenza inglese sulla donna, una vittoria da difendere”
L’eco della sentenza inglese che ha stabilito l'accesso alle donne agli sport maschili continua a rimbalzare nel dibattito pubblico. Abbiamo intervistato la filosofa e femminista Adriana Cavarero per un’analisi approfondita del verdetto e delle sue implicazioni.
Professoressa Cavarero, la sentenza inglese che ha aperto, in alcuni casi, gli sport maschili alle donne, è stata accolta con reazioni contrastanti. Come interpreta questo acceso dibattito?
“Il dibattito è inevitabile, e, in un certo senso, persino positivo. Indica che si tratta di questioni cruciali, che toccano i fondamenti stessi della nostra società. Si parla di spazi, di accesso a spazi tradizionalmente riservati agli uomini. Ci sono dati di fatto, oggettivi, come l'accesso ai bagni o agli spogliatoi, come quello alla competizione sportiva. Ma non si tratta della vittoria definitiva di una parte sull’altra. È una conquista che va tutelata e difensiva, un passo avanti in una battaglia ben lontana dall'essere conclusa.”
Alcuni critici sostengono che questa decisione potrebbe portare a un’ingiustizia competitiva, penalizzando gli atleti maschi. Cosa risponde a queste preoccupazioni?
“È un’obiezione che va presa sul serio, e che necessita di un'attenta valutazione caso per caso. È importante ricordare che non si tratta di un livellamento arbitrario. La questione è molto più complessa e richiede soluzioni specifiche e mirate. Non si può generalizzare. Certo, è necessaria una riflessione attenta sulle modalità di applicazione e sulle eventuali garanzie necessarie per garantire la correttezza e l'equità della competizione. Ma questo non significa mettere in discussione il principio di inclusione in sé.”
Quali sono, secondo lei, le sfide future per garantire l’uguaglianza di genere nello sport e in altri ambiti della vita pubblica?
“La sfida principale è quella di continuare a lottare per la conquista di spazi, per il riconoscimento dei diritti e per una reale parità di opportunità. Questa sentenza inglese, per quanto importante, è solo un tassello di un mosaico molto più ampio. Gli spazi conquistati vanno difesi, tutelati e ampliati. È un processo lungo, complesso, che richiede impegno costante e una critica continua a tutte le forme di discriminazione. Serve anche una maggiore consapevolezza e una partecipazione attiva da parte di tutti.”
La professoressa Cavarero ci lascia con una riflessione importante: la strada verso l'uguaglianza è ancora lunga, ma la sentenza inglese rappresenta un passo in avanti significativo, una vittoria da difendere e ampliare con determinazione.
(