Fumettibrutti contesta la sentenza inglese sul caso della donna: "Un pretesto per discriminare".

```html
Fumettibrutti: "La sentenza inglese è un precedente pericoloso, legittima la transfobia"
Catania - "Ho paura. Questa sentenza finirà per legittimare atti di violenza nei confronti di noi trans." Sono parole cariche di angoscia quelle di Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, fumettista catanese che si è fatta conoscere per la sua narrazione cruda e autentica delle esperienze transgender. La sua reazione alla recente sentenza inglese che ha visto coinvolta una donna transgender ha scosso profondamente la comunità LGBTQIA+.
La sentenza, che preferiamo non specificare nel dettaglio per evitare di dare ulteriore risonanza a un atto giudiziario che Fumettibrutti e molti altri considerano profondamente ingiusto, viene percepita come un pericoloso passo indietro nella lotta per i diritti delle persone trans. "Si giustificano le discriminazioni," afferma Fumettibrutti con voce ferma. "Si crea un clima di odio e paura, dove la nostra identità viene messa in discussione e la nostra sicurezza minacciata."BR
L'artista, attraverso le sue opere, ha sempre cercato di dare voce a chi non ne ha, di raccontare le storie di marginalizzazione e di resistenza che spesso rimangono invisibili. Questa volta, però, la paura è palpabile. Non è solo la preoccupazione per sé stessa, ma per l'intera comunità trans che si sente sotto attacco.BR
"Non possiamo rimanere in silenzio," sottolinea Fumettibrutti. "Dobbiamo far sentire la nostra voce, denunciare queste ingiustizie e lottare per un mondo dove l'identità di genere sia rispettata e valorizzata." La fumettista invita tutti a informarsi, a sostenere le associazioni che si battono per i diritti LGBTQIA+ e a combattere la transfobia in ogni sua forma. Gay.it e Arcigay sono due risorse importanti per chi volesse approfondire.
La battaglia, purtroppo, è ancora lunga e difficile, ma Fumettibrutti non si arrende. La sua arte continuerà a essere uno strumento di denuncia, di sensibilizzazione e di speranza. Perché, come dice lei stessa, "non possiamo permettere che la paura ci paralizzi. Dobbiamo reagire, insieme, per costruire un futuro più giusto e inclusivo."
```(