Eternit: 9 anni e 6 mesi a Schmidheiny per 89 morti colpose

Eternit bis: Schmidheiny condannato a 9 anni e 6 mesi, ma per i familiari è "Giustizia a metà"
Una sentenza che lascia un amaro sapore di incompiuto. La Corte d'Appello di Torino ha ridotto la pena per Stephan Schmidheiny, l'imprenditore svizzero accusato nel processo Eternit bis. Inizialmente imputato per 392 morti causate dall'amianto, il magnate è stato condannato a 9 anni e 6 mesi di reclusione per 89 omicidi colposi. Una riduzione significativa che ha suscitato forti reazioni da parte dei familiari delle vittime.
"Giustizia a metà", questo il commento laconico ma carico di amarezza espresso da molti parenti delle vittime dell'amianto, presenti in aula durante la lettura della sentenza. La delusione è palpabile: la riduzione del numero di omicidi colposi contestati, pur confermando la responsabilità di Schmidheiny nella tragedia Eternit, lascia un senso di profonda ingiustizia per chi ha perso i propri cari a causa dell'esposizione all'amianto.
Il processo, durato anni, ha ricostruito una storia di negligenza e profitto anteposto alla sicurezza dei lavoratori. La produzione e la commercializzazione di materiali contenenti amianto, nonostante la consapevolezza dei rischi per la salute, hanno causato un'epidemia di malattie mortali, lasciando dietro di sé un'eredità di sofferenza e morte.
La sentenza, pur rappresentando una condanna, non riesce a colmare il vuoto lasciato dalla perdita di centinaia di vite umane. La riduzione della pena, secondo le dichiarazioni dei familiari delle vittime, minimizza la gravità del reato e non riconosce appieno la portata del danno causato dalla condotta di Schmidheiny e della Eternit.
Le associazioni a tutela delle vittime dell'amianto si sono dichiarate scontente della sentenza, annunciando la possibilità di ricorrere in Cassazione. La lotta per la giustizia e il riconoscimento del danno causato dall'Eternit continua, e la speranza dei familiari è che la Suprema Corte possa ripristinare una condanna più equa e proporzionata alla gravità dei fatti.
Resta, comunque, un dato di fatto: Stephan Schmidheiny è stato riconosciuto colpevole di omicidi colposi. Un tassello importante, ma non definitivo, nella lunga e dolorosa battaglia per la verità e la giustizia per le vittime dell'amianto.
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