Le parole di Cirio sugli alpini in Russia scatenano polemiche

Gaffe di Cirio sugli Alpini in Russia: polemiche infuocate
Il governatore del Piemonte Alberto Cirio finisce nel mirino delle opposizioni per una dichiarazione infelice sulla morte degli Alpini in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.“Gli alpini in Russia morirono per la nostra libertà”. Questa la frase pronunciata dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che ha scatenato un'ondata di critiche. La dichiarazione, ripetuta sia in un'intervista televisiva che sui suoi canali social, è stata definita inaccettabile da diverse personalità politiche e da associazioni partigiane.
La deputata dem Monica Gribaudo è stata particolarmente dura nelle sue affermazioni: “Lo ha ripetuto per ben due volte: davanti ai microfoni della televisione e sui suoi social, non si può pensare sia una svista. È una grave mancanza di rispetto per la storia e per la memoria di chi ha combattuto contro il nazifascismo”.
Anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Marco Ravinale, non ha usato mezzi termini: “Il presidente ha bisogno di un ripasso di storia. Quella frase è una falsità storica inaccettabile da parte di un rappresentante istituzionale”.
L'ANPI, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, si è unita al coro di proteste chiedendo a Cirio un chiarimento immediato sulla sua affermazione. In una nota ufficiale, l'associazione ha sottolineato la gravità dell'affermazione, definendola “una distorsione grave e pericolosa della verità storica”.
Le opposizioni, compatte nel condannare le parole del governatore, parlano di “falso storico” e chiedono a Cirio di ritrattare pubblicamente la dichiarazione e di presentare le sue scuse. La vicenda rischia di alimentare ulteriormente le tensioni politiche in Piemonte, già caratterizzate da un clima di forte contrapposizione tra maggioranza e opposizione.
La gravità della gaffe sta nel travisare il contesto storico della presenza degli Alpini sul fronte russo durante la Seconda Guerra Mondiale. Essi, infatti, combatterono a fianco dell'esercito fascista, parte integrante del regime nazista, contro l'Unione Sovietica. Parlare di "morte per la nostra libertà" in questo contesto rappresenta una semplificazione grossolana e profondamente errata, che ignora le responsabilità del regime fascista nella guerra e la sofferenza di milioni di persone.
Ci aspettiamo ora una presa di posizione ufficiale da parte di Alberto Cirio in merito a questa grave vicenda.
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