Consenso e alcol: due imputati assolti

Consenso e alcol: due imputati assolti

Appello conferma assoluzione: "Ubriaca ma consenziente", due imputati assolti

Si conclude con una conferma dell'assoluzione di primo grado il processo per violenza sessuale che vedeva coinvolti due imputati. La Corte d'Appello ha ritenuto valide le argomentazioni della difesa, accettando la tesi della "consapevolezza e del consenso", nonostante lo stato di ebbrezza della presunta vittima.

La sentenza, emessa oggi, chiude un capitolo giudiziario complesso e delicato, che ha destato ampio dibattito pubblico. Il caso, che risale allo scorso anno, ha visto al centro del processo la testimonianza della donna, che aveva accusato i due uomini di violenza sessuale dopo una serata trascorsa in un locale.

Secondo la ricostruzione dei fatti presentata dalla difesa, e ora accolta anche dalla Corte d'Appello, la donna, seppur in stato di ebbrezza, avrebbe mantenuto la capacità di intendere e di volere, fornendo un consenso, seppur in una condizione di alterazione psico-fisica, alle avances degli imputati. La sentenza sottolinea l'importanza di valutare attentamente il concetto di consenso, anche in situazioni complesse come quelle caratterizzate da un'alterazione dello stato di coscienza dovuta all'assunzione di alcol.

La decisione della Corte d'Appello ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre le difese si dichiarano soddisfatte per la conferma dell'assoluzione, le associazioni a tutela delle donne vittime di violenza hanno espresso preoccupazione, sollecitando una maggiore attenzione da parte della magistratura nei casi di violenza sessuale in cui sia coinvolto l'abuso di alcol o sostanze stupefacenti.
Si attendono ora le eventuali dichiarazioni delle parti coinvolte e le reazioni delle associazioni che si occupano della tutela delle donne.

Il caso solleva ancora una volta il dibattito sulla complessità dell'interpretazione del consenso in ambito giudiziario, in particolare nelle situazioni in cui le capacità cognitive del soggetto siano alterate da sostanze alcoliche. La sentenza, infatti, non fa riferimento a una "violenza" in senso stretto ma si concentra sulla valutazione del consenso, un aspetto che spesso si rivela di difficile definizione e prova.
Questo caso, pur nella sua specificità, apre un ulteriore riflessione sull'importanza di una maggiore consapevolezza sui temi della violenza sessuale e sulla necessità di una maggiore formazione per magistrati e forze dell'ordine.

La sentenza, accessibile presso gli archivi della Corte d'Appello, sarà oggetto di approfondimento nei prossimi giorni.

(16-04-2025 14:01)