Il caso Fidene: ergastolo per Campiti, tra Stato e "Consorzio del male"

Il caso Fidene: ergastolo per Campiti, tra Stato e "Consorzio del male"

Strage di Fidene: Ergastolo per Campiti, il rancore contro lo Stato e il "Consorzio del Male"

Roma, 11 dicembre 2024 – Quattro vite spezzate, un'intera comunità sconvolta. La sentenza definitiva per la strage di Fidene, avvenuta l'11 dicembre 2022, ha condannato Roberta Campiti all'ergastolo. Una condanna che chiude un capitolo tragico, ma non cancella il dolore delle famiglie delle vittime e lascia aperta la riflessione su una spirale di rancore e violenza culminata in un orribile atto di follia.

La dinamica dei fatti, ormai nota, riporta ad una riunione di condominio trasformatasi in un macabro teatro di morte. L'arma, una pistola, usata con freddezza e precisione per colpire quattro donne. Una premeditazione agghiacciante, un'esecuzione spietata che ha lasciato sgomenti persino gli inquirenti. Il movente, ricostruito durante il lungo processo, sembra essere un complesso intreccio di rancori e delusioni accumulate nel tempo. Campiti, secondo quanto emerso, nutriva un profondo risentimento verso lo Stato e le istituzioni, interpretando il "Consorzio del condominio" come un simbolo di un sistema corrotto e ingiusto, un vero e proprio "Consorzio del male".

Il processo ha portato alla luce una personalità complessa e tormentata, segnata da una storia personale difficile. Tuttavia, nulla può giustificare l'orrore commesso. La sentenza dell'ergastolo rappresenta, per molti, un atto di giustizia, una risposta definitiva alla violenza inaudita che ha colpito la comunità di Fidene. Ma la ferita resta aperta, un monito a riflettere sulle cause profonde che possono generare simili atti di barbarie.

Le famiglie delle vittime, dopo due anni di sofferenza e incertezza, possono finalmente iniziare un lungo percorso di elaborazione del lutto. La strada sarà lunga e tortuosa, ma la condanna definitiva di Campiti rappresenta un primo passo verso la verità e la giustizia. Un passo che, però, non può e non deve far dimenticare la tragedia di Fidene, un evento che dovrebbe spingere la società a interrogarsi sulle radici della violenza e a lavorare per una maggiore prevenzione.

La sentenza, inoltre, solleva interrogativi sulla prevenzione e sul contrasto alla violenza, in particolare in contesti di conflittualità sociale. La necessità di interventi mirati a gestire le tensioni e i conflitti, anche in ambiti apparentemente ordinari come le riunioni di condominio, appare evidente alla luce di quanto accaduto a Fidene. La strage non deve essere solo un ricordo tragico, ma un punto di partenza per un'attenta riflessione e per azioni concrete.

È importante ricordare le vittime, le loro famiglie e il dolore che le ha colpite, ricordando che la giustizia, anche se ottenuta, non potrà mai restituire loro quanto è stato perduto.

(16-04-2025 20:28)