Cina: blocco terre rare e magneti, risposta ai dazi USA?

Cina blocca esportazioni di terre rare: la ritorsione di Xi Jinping?
Una mossa a sorpresa che scuote i mercati globali. La Cina, nel giorno in cui il Presidente Xi Jinping sigla 45 accordi di cooperazione in Vietnam, ha annunciato la sospensione delle esportazioni di terre rare e magneti verso tutti i Paesi, compresi Giappone e Germania, e non solo gli Stati Uniti. La decisione, riportata dal New York Times, è interpretata come una ritorsione diretta alle politiche commerciali dell'amministrazione Biden, e in particolare ai dazi imposti su alcuni prodotti cinesi.
La notizia ha immediatamente fatto impennare i prezzi delle materie prime coinvolte, essenziali per la produzione di una vasta gamma di beni tecnologici, dalle turbine eoliche ai veicoli elettrici. L'impatto potrebbe essere devastante per le industrie di tutto il mondo, considerata la posizione di dominio della Cina in questo settore. L'annuncio arriva in un momento di crescente tensione tra Washington e Pechino, con scontri su diversi fronti, dalla tecnologia alla sicurezza nazionale.
Secondo quanto riportato dal New York Times, la decisione di Xi Jinping è una risposta diretta alle recenti misure protezionistiche statunitensi. La Cina, che controlla oltre l'80% della produzione mondiale di terre rare, ha utilizzato questa leva in passato per esercitare pressione sui suoi partner commerciali. Questa volta, però, l'estensione del blocco a tutti i Paesi, non solo agli Stati Uniti, rappresenta un'escalation significativa.
Gli esperti prevedono un'immediata ripercussione sulle catene di approvvigionamento globali, con possibili ritardi nella produzione e un aumento dei costi per i consumatori. L'Unione Europea e il Giappone, grandi importatori di terre rare, sono tra i più colpiti da questa decisione. Le conseguenze potrebbero spingere questi paesi a diversificare le loro fonti di approvvigionamento, ma ciò richiederà tempo e ingenti investimenti.
La mossa di Pechino solleva interrogativi sull'affidabilità delle catene di approvvigionamento globali e sulla necessità di una maggiore diversificazione per ridurre la dipendenza da un singolo fornitore. L'incidente evidenzia la crescente competizione geopolitica e la necessità di una gestione più strategica delle risorse naturali cruciali per l'economia mondiale. Le reazioni internazionali sono attese nelle prossime ore.
Resta da capire quali saranno le contromisure da parte degli Stati Uniti e degli altri Paesi colpiti. La situazione è certamente destinata a intensificarsi, con conseguenze imprevedibili per l'economia globale.
Seguiranno aggiornamenti.
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