Cina: blocco alle terre rare, risposta ai dazi USA?

Cina blocca esportazioni di terre rare: la risposta di Xi Jinping ai dazi USA?
Una mossa a sorpresa che scuote i mercati globali. La Cina, nel giorno in cui il presidente Xi Jinping siglava in Vietnam ben 45 accordi di cooperazione, ha annunciato la sospensione delle esportazioni di terre rare e magneti verso tutti i Paesi, compresi Giappone e Germania, non solo gli Stati Uniti. La decisione, riportata dal New York Times, è interpretata da molti osservatori come una rappresaglia diretta alle politiche commerciali dell'amministrazione Biden, e in particolare ai dazi imposti su alcuni prodotti cinesi.
"Questa è una escalation significativa nella guerra commerciale sino-americana", afferma Alberto Rossi, esperto di geopolitica dell'Università di Bologna. La Cina controlla circa il 70% della produzione mondiale di terre rare, minerali essenziali per la produzione di una vasta gamma di tecnologie, dai dispositivi elettronici ai veicoli elettrici, alle turbine eoliche. Il blocco delle esportazioni potrebbe avere ripercussioni drammatiche sulle catene di approvvigionamento globali, causando ritardi nelle produzioni e aumenti dei prezzi.
L'impatto potrebbe essere devastante per l'industria tecnologica mondiale. Giappone e Germania, pesantemente dipendenti dalle importazioni cinesi di terre rare, sono tra i Paesi più vulnerabili. La notizia ha già provocato forti reazioni sui mercati finanziari, con le azioni delle aziende tecnologiche che hanno subito un calo significativo. L'Unione Europea sta valutando con urgenza le possibili contromisure, considerando la diversificazione delle fonti di approvvigionamento come priorità assoluta.
La decisione di Xi Jinping, presa durante la sua visita ufficiale in Vietnam, sembra voler lanciare un chiaro messaggio alla comunità internazionale: la Cina non intende soccombere alle pressioni degli Stati Uniti e intende difendere con fermezza i propri interessi economici. La scelta di bloccare le esportazioni a livello globale, e non solo verso gli USA, potrebbe segnalare una volontà di ampliare la pressione sugli avversari commerciali, rendendoli tutti partecipi di un gioco ad alto rischio.
Resta da capire quali saranno le conseguenze a lungo termine di questa decisione. L'amministrazione Biden potrebbe rispondere con ulteriori sanzioni, innescando una spirale di escalation che potrebbe avere gravi conseguenze sull'economia globale. La situazione rimane estremamente fluida e richiede un attento monitoraggio.
Per approfondire: New York Times
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