Trump fa un favore alla Silicon Valley: stop ai maxi-dazi tech dalla Cina.

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Marcia indietro sui dazi: sospiro di sollievo per la Silicon Valley, ira per gli altri settori
BRUn'inattesa retromarcia ha scosso il panorama commerciale internazionale nelle ultime ore. Il governo ha annunciato la sospensione, se non addirittura l'annullamento, delle previste tariffe maggiorate del 145% su una vasta gamma di prodotti tecnologici provenienti dalla Cina. La decisione, che riguarda specificamente telefonini, chip, computer e altri componenti elettronici, è stata accolta con un misto di gioia e rabbia dai diversi settori industriali.
BRLa Silicon Valley, cuore pulsante dell'innovazione tecnologica statunitense, ha espresso il suo sollievo. Le nuove tariffe avrebbero infatti pesantemente gravato sui costi di produzione e, di conseguenza, sui prezzi finali dei prodotti. Questa scelta, di fatto, rappresenta un significativo punto a favore di Pechino, che vedeva minacciata una quota importante del suo export.
BRTuttavia, la decisione ha suscitato forti proteste da parte di altri settori industriali, rimasti esclusi da questa "grazia". Rappresentanti di comparti come l'automotive, l'agroalimentare e il tessile hanno manifestato il loro disappunto, sottolineando come continuino a subire le conseguenze delle tensioni commerciali con la Cina. "Perché noi sì e loro no?" si chiedono, evidenziando una disparità di trattamento che rischia di penalizzare ulteriormente la loro competitività sui mercati internazionali.
BRAnalisti economici sottolineano come questa mossa potrebbe essere interpretata come un tentativo di ammorbidire le relazioni con la Cina in vista di future negoziazioni commerciali. Resta da vedere se si tratta di una strategia a breve termine o di un cambio di rotta più radicale. L'unica certezza, al momento, è che la decisione ha generato un acceso dibattito e profondo malcontento tra le diverse anime del sistema produttivo.
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