L'intervento pubblico e le tariffe

Il vero sacrilegio americano: Trump e la frattura tra mercato e Stato
Il Presidente Trump, con le sue politiche protezionistiche e la sua visione distorta del libero mercato, sta compiendo un vero e proprio sacrilegio economico e politico.Sta lacerando il tessuto connettivo dell'Occidente, separando due pilastri fondamentali su cui si basa la nostra civiltà: la libertà economica e la libertà politica. Per secoli, queste due forze hanno lavorato in sinergia, sostenendosi a vicenda e promuovendo la prosperità e la democrazia. La libertà economica, incarnata dal libero mercato e dalla concorrenza, ha generato ricchezza e innovazione. La libertà politica, garantita da istituzioni democratiche e dallo stato di diritto, ha assicurato che questa ricchezza fosse distribuita equamente e che i diritti individuali fossero protetti.
L'amministrazione Trump, invece, sembra voler ribaltare questo equilibrio secolare. Attraverso l'imposizione di dazi e tariffe elevati, l'ex presidente sta artificiosamente isolando l'economia americana, creando una barriera tra il mercato interno e il resto del mondo. Questa politica non solo danneggia gli Stati Uniti, aumentando i prezzi per i consumatori e riducendo le scelte a disposizione, ma soprattutto mina la fiducia nel sistema del libero scambio, un pilastro fondamentale per la crescita economica globale.
Questo atto di "sacrilegio" non è solo economico, ma anche politico. Separando lo Stato dal mercato, Trump ha indebolito l'idea stessa di una governance basata su principi di apertura e cooperazione internazionale. La sua visione "America First", pur presentandosi come un'affermazione di nazionalismo economico, ha in realtà prodotto l'effetto contrario: isolando gli Stati Uniti dalla comunità internazionale e indebolendo la sua influenza globale.
La vera sfida per gli Stati Uniti, e per l'Occidente in generale, è quella di ricostruire il ponte tra mercato e Stato. Questo richiede una leadership capace di riconoscere l'interdipendenza tra libertà economica e libertà politica, e di promuovere politiche che favoriscano sia la crescita economica sia la giustizia sociale. Ignorare questo legame, come ha fatto l'amministrazione Trump, significa mettere a rischio non solo la prosperità economica, ma anche la stabilità politica e la democrazia stessa. La strada da percorrere è quella di un multilateralismo responsabile, di una cooperazione internazionale basata su regole condivise e di un impegno concreto per la promozione del libero scambio, corretto e giusto, nel rispetto dei principi democratici e dei diritti umani.
L'eredità di Trump, quindi, non sarà solo quella di una presidenza controversa, ma soprattutto quella di un pericoloso esperimento di separazione tra due forze che, storicamente, hanno garantito la prosperità e la libertà del mondo occidentale. Recuperare questo equilibrio è la sfida più urgente dei nostri tempi.
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