L'ex detenuto Graziano Mesina è morto a poche ore dalla scarcerazione.

Addio a Graziano Mesina, leggenda del banditismo sardo
Graziano Mesina, figura iconica del banditismo sardo del secondo dopoguerra, si è spento ieri all'età di 83 anni. La notizia ha scosso la Sardegna, lasciando un vuoto nella memoria collettiva dell'isola. La sua morte giunge a poche ore dalla scarcerazione, avvenuta ieri stesso, dopo un lungo periodo trascorso in carcere. Un'esistenza complessa e controversa, quella di Mesina, che ha segnato indelebilmente la storia criminale e sociale della Sardegna.
Per decenni, il suo nome è stato sinonimo di sfida alle istituzioni, di audaci rapine e di una profonda conoscenza del territorio, che gli permetteva di sfuggire alle forze dell'ordine per anni. La sua figura ha ispirato libri, film e documentari, alimentando un dibattito acceso sulla sua personalità e sulle cause che lo portarono a intraprendere la strada del banditismo. Era un uomo dalle mille sfaccettature, un personaggio che ha incarnato allo stesso tempo la violenza e l'abilità strategica, la disperazione e la resistenza.
La sua scarcerazione, avvenuta pochi istanti prima della sua morte, ha acceso un acceso dibattito pubblico. Alcuni sostengono che la sua liberazione fosse doverosa alla luce delle sue condizioni di salute, mentre altri ne criticano la tempistica. Indipendentemente dalle opinioni personali, la sua scomparsa chiude un capitolo importante della storia sarda, un capitolo fatto di leggenda, ma anche di sofferenza e di sangue.
In questi giorni, numerosi sono i messaggi di cordoglio da parte di personalità politiche e culturali sarde, ma anche di semplici cittadini che hanno vissuto in prima persona l'epoca in cui Mesina era ancora attivo. La sua eredità rimane complessa e controversa, ma indubbiamente indelebile nella memoria collettiva sarda. La sua figura rimane un enigma, un simbolo di una Sardegna divisa tra la sua storia più buia e la sua straordinaria capacità di adattamento e sopravvivenza.
L'eredità di Graziano Mesina continua ad alimentare dibattiti e riflessioni sulla complessa realtà socio-economica della Sardegna del dopoguerra, e sulla necessità di comprendere a fondo le cause profonde di fenomeni di criminalità organizzata che hanno profondamente segnato l'isola.
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