Tribunale europeo: sì a liste Paesi sicuri, ma con verifica garanzie per l'Italia

Corte Europea boccia l'Italia: Silvia Albano denuncia lacune nella protezione dei richiedenti asilo
La giudice della sezione immigrazione del Tribunale di Roma, Silvia Albano, ha lanciato un allarme preoccupante sulla situazione dei richiedenti asilo in Italia. Secondo la dottoressa Albano, lo Stato non sta garantendo un livello adeguato di protezione contro le persecuzioni o le gravi violazioni dei diritti umani, come richiesto dal diritto internazionale. Questa dichiarazione arriva in seguito alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che, pur confermando la possibilità di utilizzare liste di Paesi considerati "sicuri", sottolinea la necessità per i giudici nazionali di verificare attentamente se tali Paesi garantiscano effettivamente la protezione dei richiedenti asilo.
“Lo Stato deve offrire protezione contro persecuzioni o violazioni gravi. Presupposti che non mi pare si rinvengano attualmente nella legislazione italiana”, ha dichiarato la giudice Albano, evidenziando una profonda lacuna nel sistema italiano di protezione internazionale. La sua affermazione mette in luce le criticità di un sistema che, secondo molti osservatori, si basa su procedure spesso lunghe e inefficienti, lasciando molte persone vulnerabili in una situazione di precarietà.
La sentenza della Corte europea rappresenta un monito per l'Italia. La possibilità di utilizzare liste di Paesi sicuri, strumento spesso utilizzato per accelerare le procedure di richiesta di asilo, non può prescindere da una rigorosa valutazione caso per caso delle garanzie effettivamente offerte da quei Paesi. La Corte ha infatti sottolineato l'importanza di un'analisi individuale della situazione di ogni richiedente asilo, per valutare il rischio concreto di persecuzione o di violazione dei diritti fondamentali nel Paese di origine.
Le parole della giudice Albano, autorevole esperta del settore, risuonano come un appello urgente all'azione. La sentenza della Corte europea, unita alle preoccupazioni espresse dalla magistratura italiana, impone al legislatore una profonda revisione del sistema di protezione internazionale, per garantire che l'Italia rispetti pienamente gli obblighi internazionali in materia di diritti umani e asilo. È necessario, quindi, un intervento immediato per colmare le lacune legislative e procedurali denunciate, affinché l'Italia possa offrire una protezione effettiva a coloro che fuggono da persecuzioni e violenze.
La situazione richiede un'attenta riflessione da parte delle istituzioni, non solo per garantire il rispetto del diritto internazionale, ma anche per offrire una risposta umana ed efficace alle esigenze di chi cerca protezione nel nostro Paese. Il futuro del sistema di asilo italiano dipende dalla capacità di affrontare con coraggio e determinazione le criticità evidenziate dalla Corte europea e dalla magistratura.
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