Regolarizzazione prostitute: un aiuto agli sfruttatori?

Istat e il nodo dei "servizi sessuali": polemiche politiche sulla nuova classificazione
L'Istat ha rivisto la classificazione delle attività economiche, inserendovi per la prima volta la voce "servizi sessuali". Una decisione che ha scatenato immediate e forti reazioni politiche, con diverse forze di opposizione che hanno espresso forti perplessità.
La novità, resa nota nei giorni scorsi, prevede che l'Agenzia delle Entrate possa richiedere una parte dei proventi derivanti da queste attività. Questa possibilità ha acceso il dibattito, con accuse di voler regolarizzare di fatto la prostituzione e di favorire così chi si macchia di sfruttamento.
Avs, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico si sono schierati in prima linea contro la scelta dell'Istat, definendola "pericolosa" e potenzialmente lesiva delle donne coinvolte nel mercato della prostituzione. Secondo i rappresentanti di queste forze politiche, l'introduzione di questa classificazione non fa altro che legittimare un sistema che spesso si basa sullo sfruttamento e sulla violenza, anziché contrastare il fenomeno.
Le critiche si concentrano sulla possibilità di una maggiore difficoltà nel distinguere tra lavoro sessuale autonomo e sfruttamento, con il rischio concreto di una mancanza di protezione per le vittime. Inoltre, si teme che la tassazione di queste attività possa portare a un aumento dei prezzi e a un maggiore controllo da parte delle organizzazioni criminali.
Al momento, l'Istat non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle polemiche. La scelta di includere i "servizi sessuali" nella classificazione delle attività economiche è stata motivata dalla necessità di una maggiore accuratezza nella rilevazione dei dati, ma la mancanza di un piano di contrasto allo sfruttamento che accompagni questa decisione ha alimentato le preoccupazioni delle forze politiche di opposizione. Il dibattito è aperto e promette di essere ancora lungo e complesso.
La questione solleva interrogativi cruciali sul ruolo delle istituzioni nella lotta allo sfruttamento e sulla necessità di politiche integrate e mirate a proteggere le vittime e a contrastare i fenomeni criminali ad essi collegati. La strada verso una soluzione che tuteli i diritti delle persone più vulnerabili è ancora lunga e richiede un impegno collettivo.
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