Confermata la condanna per Castellucci, ex ad di Aspi, per la strage del bus in Irpinia

Condanna definitiva per Castellucci: 40 morti nell'incidente dell'Irpinia, il manager va in carcere
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia (Aspi), per la strage dell'autostrada A16 avvenuta nell'Irpinia. Nell'incidente, avvenuto nel 2018, persero la vita 40 persone. La sentenza, arrivata dopo anni di processi, chiude definitivamente una vicenda giudiziaria che ha scosso l'Italia e ha sollevato forti polemiche sulla sicurezza delle infrastrutture autostradali.
La decisione della Cassazione è stata accolta con dichiarazioni contrastanti. Gli avvocati di Castellucci, pur dichiarando il rispetto della sentenza, l'hanno definita "incomprensibile" ed hanno annunciato che il loro assistito è "pronto a costituirsi". Le motivazioni complete della sentenza non sono ancora state rese pubbliche, ma si attendono chiarimenti sulle responsabilità attribuite all'ex AD di Aspi in relazione alla manutenzione della tratta autostradale interessata dal tragico evento.
La tragedia del 2018, ricordata come una delle più gravi della storia italiana per quanto riguarda incidenti stradali autostradali, ha riacceso il dibattito sulla necessità di maggiori controlli e investimenti in termini di sicurezza sulle infrastrutture nazionali. La condanna definitiva a Castellucci rappresenta un importante precedente giudiziario, che potrebbe influenzare futuri processi simili e, si spera, incentivare una maggiore attenzione alla prevenzione di simili tragedie.
La famiglia delle vittime, assistita dai propri legali, attende ora la piena attuazione della sentenza. La loro lotta per la giustizia, durata anni, si conclude con questa decisione, che tuttavia non può restituire i propri cari perduti. Il percorso di elaborazione del lutto prosegue, e questa condanna, pur non cancellando il dolore, rappresenta una fondamentale chiusura del ciclo giudiziario.
Nel corso del processo sono emersi numerosi elementi, tra cui le presunte carenze nella manutenzione del tratto autostradale, che hanno contribuito all'incidente. La sentenza della Cassazione, dunque, rappresenta un punto fermo, ma anche un monito per le autorità competenti ad accrescere la sicurezza delle infrastrutture e garantire una maggiore tutela per tutti gli utenti della strada. La vicenda rimarrà a lungo impressa nella memoria collettiva come un drammatico esempio dei rischi connessi alla negligenza e alla mancanza di adeguate misure di sicurezza.
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