La Cassazione: addio a "madre" e "padre" sui documenti, spazio a "genitore"

La Cassazione: addio a "madre" e "padre" sui documenti, spazio a "genitore"

Cassazione: stop a "madre" e "padre" sulle carte dei minori. Trionfa il principio di non discriminazione

Una sentenza storica della Corte di Cassazione segna un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti dei minori appartenenti a famiglie non tradizionali. Il ricorso del Ministero dell'Interno contro una precedente sentenza che aveva disposto l'emissione di una carta d'identità elettronica per un minore con l'indicazione di "genitore" al posto di "madre" e "padre" è stato respinto. La Suprema Corte ha confermato la illegittimità e la discriminazione insita nel negare al minore un documento che non rispecchiasse fedelmente la sua situazione familiare.

La decisione, di grande portata sociale, si basa sul principio fondamentale di non discriminazione sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali sui diritti dell'infanzia. La Cassazione ha sottolineato come l'utilizzo di termini come "madre" e "padre" sui documenti di identità dei minori possa risultare discriminatorio nei confronti di bambini che crescono in famiglie diverse da quelle tradizionali, come quelle con genitori dello stesso sesso o con genitori non sposati. Privare questi minori di un documento che rispecchi la loro realtà familiare, secondo la Corte, rappresenta una violazione dei loro diritti fondamentali.

La sentenza rappresenta una vittoria per le organizzazioni LGBTQ+ e per i movimenti per i diritti civili che da anni lottano per un riconoscimento più ampio e inclusivo delle diverse forme di famiglia. L'utilizzo del termine "genitore" sulla carta d'identità, secondo la Cassazione, garantisce un trattamento equo e non discriminatorio per tutti i minori, indipendentemente dalla composizione della loro famiglia.

"È una sentenza epocale che apre la strada ad una maggiore inclusione e rispetto dei diritti dei minori", ha dichiarato un rappresentante dell'associazione Famiglie Arcobaleno, commentando la decisione della Corte. L'auspicio è che questa sentenza spinga le istituzioni a rivedere le normative esistenti in materia di documenti d'identità, affinché siano pienamente inclusive e rispettino la diversità delle famiglie italiane.

La sentenza della Cassazione non si limita a un semplice cambiamento lessicale, ma rappresenta un passo concreto verso una maggiore consapevolezza e un'effettiva tutela dei diritti dei minori in un contesto sociale sempre più complesso e variegato. Si tratta di un'affermazione importante del principio di uguaglianza, che apre la via ad un futuro in cui la diversità familiare sia riconosciuta e rispettata a pieno titolo.

In attesa di eventuali chiarimenti ministeriali successivi alla sentenza, la strada è ormai tracciata per un futuro più inclusivo anche nella burocrazia italiana.

(09-04-2025 11:55)