Destra francese: "Arcipelago canadese per stranieri pericolosi"

Destra francese:  "Arcipelago canadese per stranieri pericolosi"

Wauquiez e la proposta choc: deportare i migranti a Saint-Pierre e Miquelon

La proposta del leader dei Repubblicani francesi, Aurélien Pradié, di deportare i migranti espulsi sulle isole remote di Saint-Pierre e Miquelon sta suscitando un'ondata di sdegno in Francia. Una scelta definita da molti come xenofoba e irrealizzabile, che ha raccolto il dissenso persino da parte di figure di spicco dell'estrema destra come Marine Le Pen.

Pradié, con la sua idea di utilizzare l'arcipelago francese situato al largo del Canada come centro di detenzione per migranti irregolari, si è attirato le critiche da ogni parte dello spettro politico. La proposta, presentata come una soluzione al problema dell'immigrazione clandestina, è stata immediatamente bollata come inapplicabile e moralmente discutibile.

Le critiche si concentrano su diversi punti: la logistica complessa di un simile trasferimento, i costi esorbitanti che graverebbero sulle casse pubbliche, e soprattutto la violazione dei diritti umani che una tale operazione comporterebbe. L'isolamento geografico di Saint-Pierre e Miquelon, infatti, renderebbe difficoltoso, se non impossibile, il rispetto delle garanzie legali e dei processi di asilo previsti dalla legge francese e internazionale.

Anche Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, notoriamente nota per le sue posizioni ferme sull'immigrazione, ha espresso la sua opposizione al piano di Pradié. La leader dell'estrema destra, pur condividendo l'obiettivo di contrastare l'immigrazione illegale, ha sottolineato l'insostenibilità della proposta, definendola "un'idea fuori luogo e poco realistica".

L'episodio evidenzia le difficoltà della destra francese nel trovare un approccio condiviso e credibile alla questione migratoria. Mentre Pradié cerca di imporsi con posizioni dure e populiste, la reazione negativa, anche interna alla destra stessa, dimostra come la strada dell'esclusione e della demonizzazione dell'immigrato non sia più percorribile, nemmeno nell'ambito politico più conservatore. La proposta, oltre a generare indignazione, solleva interrogativi sulla capacità della classe politica francese di affrontare le sfide dell'immigrazione in modo serio e responsabile.

Il dibattito sulla gestione dell'immigrazione in Francia è quindi destinato a rimanere al centro del dibattito pubblico, con la necessità di trovare soluzioni pragmatiche e rispettose dei diritti umani, anziché soluzioni punitive e inapplicabili come quella avanzata da Pradié.

(09-04-2025 12:15)