Concorso docenti Pnrr: errore in un quesito, prova suppletiva a maggio

Gilda: "La toppa è peggio del buco, i responsabili vanno individuati" - Scuola, quesito sbagliato al concorso docenti Pnrr: a maggio prova suppletiva con una sola domanda
Una gaffe clamorosa che rischia di compromettere ulteriormente il già travagliato iter del concorso docenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). A denunciarlo è il sindacato Gilda-Unams, che parla di una “toppa peggiore del buco” in riferimento alla decisione di porre rimedio alla presenza di un quesito errato nella prova scritta del concorso con una prova suppletiva a maggio, composta da una sola domanda.
Secondo Gilda, la scelta di limitarsi ad una singola domanda aggiuntiva è del tutto inadeguata a sanare la gravità dell'errore commesso. "Non è accettabile – afferma il sindacato in una nota – che si cerchi di risolvere un problema così importante con una soluzione così superficiale. Questo atteggiamento denota una grave mancanza di rispetto nei confronti dei candidati, che si sono preparati con impegno e dedizione per una prova che si è rivelata, a sorpresa, viziata da un errore grossolano".
Il sindacato sottolinea la necessità di individuare e sanzionare i responsabili di questa grave negligenza, che ha causato disagi e incertezze a migliaia di aspiranti docenti. "Chi ha sbagliato deve pagare – prosegue la nota di Gilda – non è possibile tollerare questo livello di superficialità nella gestione di un concorso così importante per il futuro della scuola italiana".
La prova suppletiva di maggio, con la sua unica domanda, non solo non risolve il problema ma, secondo Gilda, potrebbe addirittura amplificare le iniquità già presenti nel sistema. "Una singola domanda – spiega il sindacato – può favorire il caso e la fortuna, penalizzando ulteriormente quei candidati che, pur avendo dimostrato competenze e preparazione, potrebbero essere sfortunati nella formulazione del quesito".
Gilda-Unams chiede, pertanto, un'analisi approfondita di quanto accaduto, l'individuazione dei responsabili e l'adozione di misure correttive più incisive, che garantiscano la trasparenza e l'equità del concorso. La vicenda, comunque, conferma i problemi strutturali che affliggono il sistema della formazione in Italia, sollevando ancora una volta interrogativi sulla gestione delle procedure concorsuali e sulla preparazione dei test.
La vicenda sottolinea l'urgenza di una riforma complessiva del sistema di reclutamento dei docenti, che tenga conto delle esigenze del mondo della scuola e garantisca procedure più rigorose ed efficienti.
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