Jenin: recinzione e sofferenza

Jenin: recinzione e sofferenza

Jenin: Un campo profughi, settantacinque anni di storie spezzate

Settantacinque anni. Settantacinque anni di sofferenza, di resistenza, di speranza tenacemente aggrappata ad un futuro incerto. Settantacinque anni che il campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, custodisce gelosamente nelle sue mura di cemento, testimonianza silenziosa ma eloquente di una tragedia che continua a perpetrarsi.

Dal 1948, anno della Nakba – la catastrofe – migliaia di palestinesi, cacciati dalle loro terre e dalle loro case, hanno trovato rifugio in questo luogo, un microcosmo di dolore e resilienza. Le loro storie, tramandate di generazione in generazione, sono scolpite nel volto di ogni abitante, nei vicoli stretti e labirintici del campo, nelle crepe degli edifici che sembrano sfidare il tempo e l'oblio.

Oggi, il campo di Jenin, sotto la costante pressione dell'occupazione israeliana, è circondato da un "muro di ferro", una barriera fisica e metaforica che ne sigilla i confini, impedendo lo sviluppo economico e sociale, restringendo le possibilità di una vita dignitosa. Questo muro, simbolo della disperazione, è anche un muro di silenzio, che spesso copre le atrocità e le ingiustizie patite dalla popolazione.

La testimonianza di Omar, un anziano abitante del campo, è emblematica: "Sono nato qui, in questo campo. Ho visto crescere i miei figli e ora anche i miei nipoti. Abbiamo sempre lottato per la nostra terra, per il nostro diritto a vivere liberi. Ma il muro ci soffoca, ci divide dal mondo esterno, ci nega il futuro". Le sue parole, cariche di amarezza e di rabbia contenuta, risuonano come un'eco silenziosa di una storia troppo a lungo ignorata.

L'assedio del campo, le continue incursioni dell'esercito israeliano, le demolizioni di abitazioni e infrastrutture: sono solo alcuni degli eventi che hanno segnato le vite degli abitanti di Jenin negli ultimi decenni. Nonostante le difficoltà immense, la popolazione si aggrappa alla speranza, continuando a lottare per la propria dignità e per il diritto al ritorno sulle proprie terre ancestrali.

La comunità internazionale ha il dovere morale di prestare attenzione a questa tragedia umanitaria, di denunciare le violazioni dei diritti umani e di agire per garantire un futuro di pace e giustizia ai palestinesi di Jenin. Solo così, il campo profughi di Jenin potrà smettere di raccontare una storia di sofferenza e iniziare a scrivere un nuovo capitolo, un capitolo di speranza e di riscatto. Visita l'UNRWA https://www.unrwa.org/ per saperne di più sul loro lavoro di supporto ai rifugiati palestinesi.

(03-04-2025 21:54)