L'ombra del protezionismo: un'eredità americana e un futuro incerto

Colli (Bocconi): Trump sbaglia, il protezionismo del passato non funziona oggi
Andrea Colli, storico dell'economia e dei commerci presso l'Università Bocconi, smentisce la tesi di Donald Trump secondo cui le alte tariffe applicate tra il 1870 e il 1920 abbiano favorito la Seconda Rivoluzione Industriale americana. In un'intervista rilasciata in data odierna, Colli ha affermato che, sebbene il protezionismo abbia effettivamente spinto alcune imprese americane a innovare e competere internamente, questa strategia non è replicabile nel contesto globale attuale.
“È un'interpretazione semplicistica e parziale della storia”, spiega Colli. "Il periodo tra il 1870 e il 1920 fu caratterizzato da una serie di fattori complessi che contribuirono alla crescita economica americana, non solo dalle tariffe. L'espansione del mercato interno, le innovazioni tecnologiche, l'abbondanza di risorse naturali e un contesto politico favorevole giocarono un ruolo cruciale. Attribuire il successo esclusivamente al protezionismo è riduttivo e fuorviante.”
Colli evidenzia come la globalizzazione abbia profondamente modificato il panorama economico. “Oggi, le catene del valore sono globali, le imprese operano in mercati interconnessi e la concorrenza è a livello mondiale. Un ritorno al protezionismo, come quello auspicato da Trump, rischia di provocare danni significativi alle economie nazionali, limitando l'accesso a risorse e tecnologie, aumentando i prezzi per i consumatori e rallentando la crescita. Le imprese americane, abituate a un mercato aperto e competitivo, non troverebbero vantaggio in un ritorno al protezionismo indiscriminato.”
Lo storico sottolinea inoltre l'importanza di politiche commerciali aperte e basate sulla cooperazione internazionale per promuovere la crescita economica e lo sviluppo. “La sfida attuale non è quella di erigere muri, ma di creare un sistema commerciale equo e regolamentato che consenta a tutte le nazioni di competere in modo leale e sostenibile”, conclude Colli. Il professore suggerisce un approfondimento sulle politiche commerciali del periodo citato da Trump, invitando a consultare opere storiografiche più complete e meno soggette a interpretazioni politiche.
La posizione di Colli rappresenta un'autorevole controreplica alla narrativa protezionistica, offrendo una prospettiva storica più sfumata e complessa sulla relazione tra protezionismo e crescita economica.
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