**Sara Campanella, Cecchettin: "Femminicidio nasce dallo stalking, campanello d'allarme inascoltato"**

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Il Padre di Giulia Cecchettin: "Non sia Vana la Sua Morte, Cogliere i Segnali di Pericolo"
La tragica vicenda di Giulia Cecchettin continua a scuotere l'Italia, aprendo un acceso dibattito sulla violenza di genere e sulla necessità di interventi concreti per proteggere le donne. Gino Cecchettin, padre di Giulia, in questi mesi non si è mai sottratto al confronto, trasformando il suo dolore in un appello all'azione.
"Non è vero che la morte di mia figlia è stata vana," ha dichiarato con fermezza il signor Cecchettin. "Ovunque vada, mi dicono che c'è un prima e un dopo. Spero che questo 'dopo' sia caratterizzato da una maggiore consapevolezza e da un impegno concreto per prevenire altri femminicidi."
Il padre di Giulia ha sottolineato l'importanza di riconoscere i segnali di pericolo nelle relazioni tossiche. "Chi subisce deve cogliere i segnali. Non bisogna sottovalutare i primi campanelli d'allarme, le piccole prevaricazioni, il controllo ossessivo. Spesso è lì che inizia la spirale della violenza.
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Similmente, anche Sara Campanella, esperta in materia di violenza di genere, ha posto l'accento sulla pericolosità dello stalking, spesso sottovalutato. "Lo stalking è una forma di violenza subdola che può degenerare in tragedia. È fondamentale intervenire tempestivamente, offrendo supporto alle vittime e punendo i colpevoli,"
ha affermato Campanella durante un recente convegno.
La storia di Giulia Cecchettin, pur nella sua drammaticità, ha acceso una luce sulla piaga del femminicidio. L'impegno di suo padre, Gino Cecchettin, nel sensibilizzare l'opinione pubblica e nel promuovere una cultura del rispetto e della prevenzione, rappresenta un faro di speranza per un futuro in cui nessuna donna debba più temere per la propria vita.
Il suo messaggio è chiaro: non tacere, non sottovalutare, agire.
È necessario un cambiamento culturale profondo, che parta dall'educazione dei giovani al rispetto e alla parità di genere, e che coinvolga tutti gli attori sociali, dalle istituzioni alle famiglie, dai media alle associazioni. Solo così potremo costruire una società più giusta e sicura per tutte le donne.
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