Sclerosi multipla: Francesca Mannocchi denuncia costi delle analisi

Sclerosi multipla: Francesca Mannocchi denuncia costi delle analisi

L'odissea di Francesca Mannocchi: mesi di attesa per una visita, così si erode la sanità pubblica

Giorni di tentativi disperati, telefonate senza risposta, un centralino regionale irraggiungibile: questa è la disavventura che ha vissuto la giornalista Francesca Mannocchi, costretta a lottare non solo contro la sclerosi multipla, ma anche contro la burocrazia sanitaria italiana. La sua denuncia, pubblicata sui suoi canali social con il post lapidario "Così si demoliscono le democrazie", ha acceso un faro su una realtà purtroppo troppo comune: l'accesso alle cure, per molti, è un percorso a ostacoli.

Dopo giorni di tentativi infruttuosi per fissare un appuntamento, Mannocchi ha finalmente ottenuto la data della sua visita specialistica. La data? A mesi di distanza. Un'attesa insostenibile per una persona che convive con una malattia cronica come la sclerosi multipla, che richiede controlli e terapie regolari. "È inaccettabile – ha scritto Mannocchi sui social – che un cittadino, per accedere a cure essenziali, debba affrontare un iter così lungo e complesso. Non solo: sono costretta a pagare di tasca mia le analisi necessarie per monitorare la mia condizione, analisi che dovrebbero essere coperte dal sistema sanitario nazionale."

La testimonianza della giornalista evidenzia un problema strutturale del nostro sistema sanitario: l'accesso alle prestazioni specialistiche è spesso rallentato da tempi d'attesa biblici. Questo non solo genera disagi e sofferenza per i pazienti, ma mette a rischio la loro salute. La denuncia di Mannocchi, pertanto, non è solo una storia personale, ma un grido d'allarme che dovrebbe spingere le istituzioni a intervenire con urgenza per rivedere l'organizzazione del sistema sanitario e garantire a tutti un accesso tempestivo e dignitoso alle cure.

La situazione descritta dalla Mannocchi è purtroppo un esempio concreto di come le difficoltà di accesso alle cure possano aggravare le condizioni di vita di chi già combatte contro una malattia. Il suo appello, diffuso sui social media, ha suscitato un'ampia mobilitazione di solidarietà e ha contribuito ad accendere i riflettori su una problematica che troppo spesso viene sottovalutata. La sua esperienza dovrebbe servire da monito per le istituzioni, per dare finalmente priorità alla salute dei cittadini e garantire un sistema sanitario realmente efficiente e accessibile a tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni economiche o dalla residenza.

La solidarietà online è stata immediata, con molti utenti che hanno condiviso esperienze simili. È ora di agire per cambiare questo stato di cose.

(02-04-2025 08:05)