Cocaina allo stadio: sei tifosi romanisti indagati

Spaccio di cocaina alla Curva Sud: sei ultras della Roma indagati
Un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha portato all'arresto di sei ultras della AS Roma, tra cui un minorenne, accusati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina. L'operazione, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, ha svelato un'organizzazione criminale attiva all'interno della Curva Sud dello stadio Olimpico. Gli indagati, appartenenti al gruppo ultras del Quadraro, sono accusati di aver gestito un fiorente traffico di stupefacenti, con la cocaina venduta direttamente agli spettatori durante le partite.
L'indagine, durata diversi mesi, ha permesso di ricostruire minuziosamente le modalità dello spaccio, grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché a testimonianze raccolte dagli inquirenti. Secondo l'accusa, la rete criminale era ben organizzata, con ruoli specifici assegnati a ciascun componente. Il minorenne coinvolto avrebbe avuto un ruolo di supporto logistico, mentre altri membri si sarebbero occupati della gestione degli approvvigionamenti e della vendita diretta della droga.
Le accuse sono gravi e potrebbero comportare pene pesanti per gli indagati. L'inchiesta getta una luce sinistra sul mondo ultras, evidenziando come alcuni gruppi possano essere coinvolti in attività criminali di notevole entità. L'operazione rappresenta un duro colpo al fenomeno dello spaccio di droga negli stadi, un problema che negli ultimi anni ha assunto proporzioni preoccupanti.
La DDA di Roma sta ora proseguendo le indagini per accertare eventuali collegamenti con altre organizzazioni criminali e per identificare eventuali altri complici. L'attenzione è massima anche sull'eventuale infiltrazione di organizzazioni mafiose nel mondo ultras. L'obiettivo è quello di stroncare definitivamente il fenomeno dello spaccio di droga negli impianti sportivi e garantire la sicurezza dei tifosi. Questo evento pone un interrogativo sul controllo all'interno degli stadi e sulla necessità di potenziare i sistemi di sicurezza e le collaborazioni tra forze dell'ordine e società sportive.
L'episodio rappresenta un campanello d'allarme e pone l'accento sulla necessità di un'azione più incisiva contro il fenomeno dello spaccio di stupefacenti, in particolare negli ambienti sportivi. Si attende ora l'evolversi delle indagini e l'eventuale processo per fare chiarezza su quanto accaduto e per assicurare alla giustizia tutti i responsabili.
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