Vent'anni senza Wojtyla: un ricordo umile.

Vent'anni dalla morte di Wojtyla: quel "Se mi sbaglio, correggetemi" che conquistò Roma
Roma, 2 aprile 2024 - Sono passati vent'anni dalla scomparsa di Papa Giovanni Paolo II, eppure la sua eredità spirituale e la freschezza del suo carisma restano vive nella memoria di milioni di persone. Ricordare Karol Wojtyla significa inevitabilmente tornare a quel 22 ottobre 1978, giorno della sua elezione a Pontefice. Un giorno segnato da un'emozione palpabile, non solo per la folla assiepata in Piazza San Pietro, ma anche per lo stesso cardinale polacco, che si affacciò al balcone per la prima volta come Papa, pronunciando delle parole destinate a rimanere indelebili nella storia.
"Non so se potrei bene spiegarmi nella vostra... la nostra lingua italiana", esordì con umiltà e un accento leggermente straniero, rivolgendosi alla folla. Una frase semplice, quasi timida, che però ebbe un effetto travolgente. L'incertezza, la disponibilità alla correzione, la consapevolezza della sfida che lo attendeva: questi elementi, espressi con genuina semplicità, crearono un'immediata connessione con il popolo romano. Non era la perfetta padronanza della lingua italiana ad imporsi, ma la sincerità e l'umiltà di un uomo che si presentava come un pastore pronto ad ascoltare e a imparare.
E poi, quel tocco di confidenza, quasi un invito all'interazione: "Se mi sbaglio, correggetemi". Un invito disarmante, che trasformò il Pontefice da figura autorevole e distaccata in un confidente, un compagno di viaggio nella fede. Quel "correggetemi" non fu solo una richiesta di aiuto linguistico, ma un appello a una partecipazione attiva, un invito al dialogo aperto e alla correzione fraterna, valori fondamentali del suo pontificato.
Vent'anni dopo, quelle parole risuonano ancora con forza, testimonianza di un approccio pastorale innovativo e di una capacità di comunicare che andava oltre le barriere linguistiche e culturali. L'immagine di un Papa che si presentava con umiltà e apertura, consapevole dei propri limiti, ha contribuito a costruire il suo legame speciale con Roma e con il mondo intero. Un legame che ancora oggi, a distanza di decenni, è palpabile e potente, grazie al ricordo indelebile di quelle parole semplici, cariche di una sincera e commovente umanità.
La sua eredità continua ad ispirare, a promuovere il dialogo, la comprensione e l'impegno per una società più giusta e solidale. Ricordare le sue prime parole è un modo per celebrare non solo la figura di Papa Wojtyla, ma anche la potenza della semplicità e della genuina umanità.
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