L'illusione della scelta: Musk, Zuckerberg e il gregge.

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Musk e Zuckerberg hanno ragione? Il lato oscuro dei social e la nostra ingenua partecipazione.

La frase "qualcosa è andato storto con i social" suona ormai come un eufemismo, una ingenua sottovalutazione di una realtà ben più complessa e spietata. Elon Musk e Mark Zuckerberg, nonostante le loro rivalità, convergono su un punto fondamentale: i social media non sono fallimenti accidentali, ma macchine perfettamente oliate, progettate per un unico scopo: il profitto dei loro proprietari. E noi, gli utenti, siamo le risorse da sfruttare.

Il tempo, il nostro tempo più prezioso, è la materia prima che alimenta l'algoritmo. Ore spese a scorrere feed infiniti, a inseguire notifiche, a partecipare a dibattiti sterili, tutto questo genera dati, miliardi di dati, che vengono poi venduti e rivenduti. La nostra attenzione, la nostra emotività, le nostre preferenze, vengono analizzate, profilate e trasformate in capitale.

Non si tratta di un'opinione marginale. Numerosi studi accademici hanno dimostrato come i social media siano progettati per creare dipendenza, sfruttando meccanismi psicologici e neurologici. La continua ricerca di validazione, l'esposizione a contenuti polarizzanti, la paura di perdere qualcosa: tutti elementi che ci tengono incollati agli schermi, alimentando il business di queste aziende.

Zuckerberg e Musk, pur con metodi e visioni diverse, hanno saputo capitalizzare su questa dinamica. Uno ha costruito un impero sulla connessione sociale, l'altro sta cercando di rivoluzionare la comunicazione online con X, ma entrambi hanno compreso la meccanica del sistema. L'apparente gratuità dei servizi è un'illusione, il prezzo da pagare è alto, ed è scritto in ore di vita perdute, dati personali venduti, e una crescente disconnessione dalla realtà.

La critica non va indirizzata solo verso le aziende, ma anche verso di noi, gli utenti. Siamo noi che, consapevolmente o meno, alimentiamo la macchina. Siamo noi che, spinti dalla curiosità, dalla noia o dalla ricerca di appartenenza, ci lasciamo catturare dalla rete intricata e manipolatrice dei social media. Siamo le "pecore", per usare la definizione provocatoria ma non priva di verità, di Musk e Zuckerberg.

La domanda cruciale è: come possiamo riprendere il controllo? Come possiamo trasformare questa dipendenza da strumento in strumento di reale connessione umana e di informazione consapevole? La risposta non è semplice, ma richiede una presa di coscienza collettiva e una maggiore attenzione critica verso i contenuti e le piattaforme che consumiamo quotidianamente. La strada verso una maggiore consapevolezza e un utilizzo più responsabile dei social media parte da noi. Questo video potrebbe aiutarci a riflettere.

(01-04-2025 11:58)