Migranti in Albania: la Commissione UE difende i CPR italiani.

Migranti in Albania: la Commissione UE difende i CPR italiani.

Albania: Riaprono i centri di accoglienza per migranti A Shengjin e Gjader

Dopo un periodo di stallo, i centri di accoglienza per migranti A Shengjin e Gjader, in Albania, gestiti dal governo italiano nell'ambito di un programma di esternalizzazione dei flussi migratori, mostrano segni di ripresa. L'arrivo dei primi migranti segna un passo significativo, confermando la volontà di rilanciare questa iniziativa fortemente contestata da diverse organizzazioni umanitarie.

La notizia giunge in concomitanza con una dichiarazione della Commissione Europea che ha affermato che i centri di permanenza per i rimpatri (CPR) italiani sono in linea con la legislazione europea. Questa presa di posizione fornisce un importante sostegno politico al governo italiano, che ha sempre difeso la legalità delle proprie azioni in materia di gestione dei flussi migratori. Tuttavia, la dichiarazione della Commissione non ha placato del tutto le preoccupazioni di chi denuncia possibili violazioni dei diritti umani all'interno dei centri.

La riapertura dei centri ad A Shengjin e Gjader solleva ancora una volta il dibattito sull'efficacia e sull'eticità dell'esternalizzazione della gestione dei flussi migratori. Critiche sono state mosse in passato sulle condizioni di vita all'interno delle strutture, sulle procedure di identificazione e rimpatrio e sulla mancanza di trasparenza.
È fondamentale garantire che il rilancio di queste iniziative avvenga nel pieno rispetto dei diritti umani e delle norme internazionali, assicurando condizioni di accoglienza dignitose e processi di identificazione e rimpatrio equi e trasparenti.

Il governo italiano dovrà fornire chiare garanzie in tal senso, rendendo pubblici i dettagli del programma, i protocolli operativi e i meccanismi di monitoraggio, garantendo inoltre un accesso agevolato alle organizzazioni umanitarie e ai rappresentanti delle Nazioni Unite per le ispezioni.
Solo così sarà possibile valutare la reale rispondenza delle operazioni alle norme europee e internazionali in materia di diritti umani e asilo.

La situazione richiede un'attenta osservazione e un continuo monitoraggio da parte delle organizzazioni internazionali e della società civile per assicurare che il rilancio dei centri non si traduca in una violazione dei diritti fondamentali dei migranti.

Si attendono ulteriori dettagli sul numero di migranti accolti e sulle procedure adottate all'interno dei centri. L'auspicio è che questa ripresa segni un miglioramento sostanziale rispetto alle criticità emerse in passato, con una maggiore attenzione alle esigenze delle persone coinvolte nel processo e nel pieno rispetto delle norme internazionali.

(31-03-2025 09:45)