Hegseth conferma: i piani di guerra erano sui suoi post, dopo le smentite di The Atlantic

Hegseth conferma: i piani di guerra erano sui suoi post, dopo le smentite di The Atlantic

Scandalo Chat Pentagon: Goldberg smentisce Austin, Gabbard e Ratcliffe tacciono

Un nuovo capitolo si apre nello scandalo delle chat che hanno rivelato presunti piani di guerra. Dopo le smentite di Tulsi Gabbard e John Ratcliffe dinanzi alla Commissione Intelligence del Senato, un elemento inatteso getta ulteriore benzina sul fuoco: il direttore del giornale americano The Atlantic, Jeffrey Goldberg, inserito per errore in una chat di alto livello, ha smentito pubblicamente il Segretario alla Difesa, Lloyd Austin.

Secondo indiscrezioni, la chat conteneva informazioni riservate relative a piani militari. Gabbard e Ratcliffe, entrambi ex membri dell'intelligence, avevano precedentemente negato l'esistenza di tali conversazioni o di avervi partecipato. La loro testimonianza, però, è stata clamorosamente contraddetta da Goldberg, il quale, a causa di un evidente errore di inserimento nella chat, è diventato testimone involontario di conversazioni riservate.

Il dilemma di Goldberg è di portata eccezionale: pubblicare le informazioni ottenute per smentire pubblicamente il governo e le affermazioni di Austin, rischiando conseguenze legali e di sicurezza nazionale, oppure rimanere silente e diventare complice di una potenziale disinformazione? La sua posizione delicata, da giornalista impegnato nel perseguire la verità, si contrappone alla necessità di proteggere le informazioni riservate, creando un conflitto etico e professionale senza precedenti.

La vicenda si infittisce con le dichiarazioni successive di Pete Hegseth, che, secondo quanto riportato da The Atlantic, avrebbe ammesso di aver pubblicato i messaggi nella chat. L'articolo del giornale, che riporta le dichiarazioni di Hegseth, sottolinea la gravità della situazione e accende ancora di più i riflettori su un'amministrazione già sotto pressione.

Le conseguenze di questo caso potrebbero essere enormi. La credibilità del Pentagono è fortemente in discussione, mentre la questione solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla gestione delle informazioni riservate all'interno del governo americano. L'inchiesta è aperta e le prossime settimane saranno cruciali per chiarire la verità e capire quali saranno le ripercussioni su tutti gli attori coinvolti.

Si attende ora una risposta ufficiale da parte del Pentagono, e soprattutto, la decisione di Goldberg su quale sia il suo corso d'azione. La sua scelta avrà un impatto significativo non solo sul dibattito politico attuale, ma anche sul futuro del giornalismo investigativo negli Stati Uniti.

(26-03-2025 16:05)