Cisgiordania: coloni aggrediscono Hamdan Ballal, poi arrestato

L'Oscar di "No Other Land" sequestrato: la denuncia di Basel Adra
La vittoria agli Oscar si trasforma in incubo per il regista palestinese Basel Adra.Il premio Oscar vinto dal cortometraggio documentario "No Other Land" è diventato un simbolo di lotta e di repressione. Dopo il trionfo a Hollywood, il regista Basel Adra e il suo team sono diventati bersaglio di continui attacchi in Israele. "Siamo tornati dagli Oscar e da allora subiamo attacchi quotidiani. Sembra una punizione per aver fatto il film," ha dichiarato Adra in un'intervista rilasciata a Al Jazeera.
La situazione è aggravata dalla violenza subita da Hamdan Ballal, un altro membro della troupe del film. Ballal, durante le riprese in Cisgiordania, è stato brutalmente picchiato dai coloni israeliani e successivamente arrestato. L'episodio, denunciato da diverse organizzazioni per i diritti umani, evidenzia il clima di crescente tensione e repressione nei confronti degli attivisti e dei cineasti palestinesi che documentano la realtà del conflitto israelo-palestinese.
La confisca del premio Oscar non è ancora stata ufficialmente confermata dalle autorità israeliane, ma la denuncia di Adra e le testimonianze dirette di altri membri della troupe gettano una luce sinistra sulla situazione. L'accaduto solleva preoccupazioni significative sulla libertà di espressione e sulla sicurezza dei cineasti che si impegnano a raccontare storie importanti, spesso in contesti ad alto rischio.
"Il film è un grido di speranza per la pace, ma la realtà sul terreno è ben diversa," ha aggiunto Adra, sottolineando l'ipocrisia di un premio prestigioso che non riesce a proteggere i suoi stessi vincitori dalla repressione. L'episodio si aggiunge ad una lunga lista di violazioni dei diritti umani in Palestina, e solleva una critica feroce nei confronti del silenzio internazionale di fronte alla violenza sistematica contro i palestinesi.
L'accaduto ha scatenato indignazione e proteste da parte di numerose organizzazioni internazionali impegnate nella difesa dei diritti umani e della libertà di espressione. Si attendono con ansia dichiarazioni ufficiali da parte delle istituzioni internazionali e una condanna inequivocabile degli attacchi subiti dal regista e dalla sua troupe. La vicenda dell'Oscar sequestrato di "No Other Land" diventa, quindi, un potente simbolo della lotta per la libertà di parola e della crescente repressione nella regione. La comunità internazionale è chiamata a rispondere con fermezza e a garantire la protezione dei cineasti che osano raccontare la verità.
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