335 vittime: un silenzio assordante.

L'ombra del fascismo: storica condanna l'autoassoluzione e chiede rispetto per le vittime
“L’autoassoluzione rispetto alle responsabilità del fascismo andrebbe superata una volta per tutte. A quei 335 morti si deve rispetto, c’è un processo di rimozione.” Questa la forte affermazione rilasciata dalla storica in un'intervista rilasciata oggi, a pochi giorni dalla commemorazione delle vittime delle foibe. La professoressa Rossi, docente di Storia contemporanea all'Università di , ha sottolineato la necessità di un confronto franco e approfondito con il passato, senza ipocrisie né tentativi di minimizzare le atrocità commesse durante il periodo fascista.
La sua analisi si concentra non solo sul numero impressionante delle vittime, ma anche sulla pericolosità di un processo di rimozione collettiva della memoria. Secondo la professoressa Rossi, questa tendenza all'oblio rappresenta un grave pericolo per la società, impedendo una piena comprensione del passato e, di conseguenza, una più efficace prevenzione di futuri errori.
“Non si tratta solo di ricordare le date e i nomi – ha spiegato la storica – ma di analizzare criticamente le cause, le dinamiche e le conseguenze del regime fascista, comprese le responsabilità individuali e collettive. Ignorare o sminuire questo passato significa rischiare di ripetere gli stessi errori.”
La professoressa Rossi ha inoltre invitato le istituzioni a promuovere iniziative concrete per la conservazione e la trasmissione della memoria, attraverso progetti educativi, iniziative culturali e la valorizzazione dei luoghi simbolo della memoria storica. Ha sottolineato l'importanza di favorire un dialogo aperto e costruttivo tra le diverse generazioni, al fine di costruire una coscienza collettiva consapevole del proprio passato.
L'intervento della professoressa Rossi si inserisce in un dibattito sempre attuale e complesso, che vede contrapposti coloro che puntano a una commemorazione partecipata e riflessiva e chi invece cerca di minimizzare o persino negare le responsabilità del regime fascista. Le sue parole, cariche di emozione e di profonda conoscenza storica, rappresentano un appello accorato a confrontarsi con la verità del passato per costruire un futuro più giusto e consapevole.
La professoressa Rossi ha concluso il suo intervento ribadendo l'importanza di un'educazione civica attenta alla memoria storica, non solo come semplice esercizio mnemonico, ma come strumento fondamentale per la costruzione di una società libera e democratica.
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