Silenzio di Andrea Prospero davanti al giudice: il giovane accusato di istigazione al suicidio non parla.

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Caso Prospero: Indagini a 360 Gradi, Dalle Truffe Online al Silenzio Davanti al Gip
La Procura di Perugia continua ad approfondire ogni aspetto legato al complesso caso di Andrea Prospero, il diciottenne tragicamente scomparso e precedentemente arrestato con l'accusa di istigazione al suicidio. Mentre si attendono con ansia i risultati delle analisi su SIM card e dispositivi cellulari rinvenuti nella sua stanza, le indagini si estendono anche al ramo delle truffe online. Gli inquirenti mirano a ricostruire il quadro completo delle attività del giovane, cercando eventuali connessioni con reti di cybercrime che potrebbero aver avuto un ruolo nella vicenda.
L'attenzione degli investigatori è focalizzata sull'analisi del materiale informatico sequestrato, nella speranza di trovare elementi utili a chiarire le dinamiche che hanno portato alla morte del ragazzo. Si cercano tracce di conversazioni, transazioni sospette o contatti che possano rivelare il suo coinvolgimento in attività illecite via web. Il riserbo sulle indagini è massimo, ma filtra la determinazione della Procura a non tralasciare alcuna pista.
Nel frattempo, resta irrisolto il nodo del silenzio di Andrea Prospero davanti al Giudice per le Indagini Preliminari (Gip). Il giovane, dopo l'arresto, si era avvalso della facoltà di non rispondere, alimentando interrogativi e speculazioni sul suo reale coinvolgimento nella vicenda per cui era accusato. Questa scelta processuale, unita alla sua tragica scomparsa, rende ancor più complessa la ricostruzione degli eventi e la ricerca della verità.
La comunità perugina, ancora scossa dalla tragedia, attende risposte. La Procura, conscia della delicatezza del caso, prosegue le indagini con il massimo impegno, cercando di fare luce su tutti gli aspetti di questa intricata vicenda.
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