**Professoressa su OnlyFans: la polemica infiamma il web.**

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Treviso, la Maestra e OnlyFans: un Dibattito infuocato tra Etica, Lavoro e Libertà
Marina Terragni, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Giovanna Reanda, Direttrice di Radio Radicale, e Serena D’Anna, Attrice, si sono confrontate in un acceso dibattito sul caso della maestra di Treviso che ha aperto un profilo su OnlyFans. La vicenda, balzata agli onori della cronaca, ha scatenato un acceso dibattito pubblico, dividendo l’opinione tra chi difende la libertà individuale e la possibilità di integrare il reddito e chi, invece, sottolinea l’incompatibilità con il ruolo educativo e la necessità di tutelare l'immagine della professione.BRBRIl dibattito, trasmesso in diretta radiofonica, ha visto posizioni divergenti ma tutte animate dal desiderio di comprendere le diverse sfaccettature della questione. Marina Terragni ha espresso forte preoccupazione per l'impatto che la vicenda potrebbe avere sugli studenti e sulla percezione dell'istituzione scolastica. Ha sottolineato come l'immagine pubblica di un insegnante debba essere improntata a valori di integrità e rispetto, e come la scelta di un profilo su OnlyFans possa minare la fiducia degli studenti e delle famiglie.BRBRGiovanna Reanda, Direttrice di Radio Radicale, ha introdotto nel dibattito una riflessione sul diritto alla privacy e alla libertà di espressione. Ha evidenziato come sia necessario trovare un equilibrio tra la tutela dell'immagine della professione e il diritto di ogni individuo di disporre del proprio corpo e della propria immagine. Ha inoltre sottolineato come la vicenda sollevi interrogativi più ampi sul precariato nel mondo della scuola e sulla necessità di garantire stipendi dignitosi agli insegnanti.BRBRSerena D’Anna, Attrice, ha portato la sua esperienza nel mondo dello spettacolo, sottolineando come la società tenda spesso a giudicare le donne con maggiore severità rispetto agli uomini. Ha invitato a non cadere in facili moralismi e a considerare la complessità della situazione, evidenziando come la maestra di Treviso non abbia commesso alcun reato e come la sua scelta sia frutto di una necessità economica. Ha concluso invitando a una riflessione più ampia sulla percezione del corpo femminile e sulla libertà di autodeterminazione.BRBRIl caso della maestra di Treviso continua a far discutere e a sollevare interrogativi importanti sul rapporto tra etica, lavoro e libertà nell'era digitale. La discussione è aperta e necessita di un approccio equilibrato e senza pregiudizi, tenendo conto di tutte le prospettive coinvolte.```(