Netanyahu e la guerra a Gaza: un calcolo politico disperato?

L'Ultimo Azzardo di Netanyahu: Gaza e il Ritorno dell'Ultradestra
Israele: un'alleanza per la sopravvivenza politica o un calcolo strategico rischioso?La decisione di Benjamin Netanyahu di riportare esponenti dell'ultradestra nel governo israeliano e la concomitante intensificazione del conflitto a Gaza stanno generando forti polemiche a livello internazionale. Analizzando gli eventi degli ultimi giorni, emergono tre motivi principali dietro queste scelte, che sembrano essere strettamente intrecciate: la necessità di garantire la stabilità del governo, la volontà di bloccare inchieste giudiziarie e, forse la più controversa, la possibilità che la ripresa delle ostilità nella Striscia di Gaza sia stata strumentalizzata per fini puramente politici.
La fragilità del governo: Netanyahu si trova costantemente sotto pressione a causa delle numerose inchieste sulla corruzione che lo riguardano. L'alleanza con i partiti di estrema destra, nonostante le loro posizioni controverse, gli assicura una maggioranza parlamentare più solida, riducendo il rischio di una caduta del governo e, di conseguenza, la sua possibile estradizione per rispondere alle accuse. Questa alleanza, tuttavia, rischia di alienare una parte significativa della popolazione israeliana e di minare la stabilità a lungo termine del paese.
Il congelamento delle inchieste: L'ingresso di ministri provenienti da partiti di estrema destra, noti per le loro posizioni euroscettiche e per la loro vicinanza al premier, potrebbe portare ad un rallentamento, o addirittura ad un blocco, delle inchieste giudiziarie a suo carico. Un'ipotesi che alimenta le accuse di utilizzo della politica per eludere la giustizia.
La guerra come strumento politico?: La ripresa delle ostilità a Gaza, avvenuta pochi giorni dopo il rimpasto di governo, ha sollevato dubbi inquietanti. Alcuni analisti ipotizzano che la scelta di intensificare il conflitto sia servita a Netanyahu per distogliere l'attenzione pubblica dalle sue difficoltà giudiziarie e per consolidare il suo sostegno elettorale. Questa ipotesi, seppur controversa, è alimentata dalla concomitanza temporale degli eventi e dalla conseguente ondata di nazionalismo che ha travolto Israele. Questa strategia, però, è estremamente rischiosa e potrebbe avere conseguenze drammatiche sia per la popolazione palestinese che per la stabilità regionale. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione questi sviluppi, esortando alla de-escalation del conflitto e al rispetto dello stato di diritto.
La situazione rimane estremamente delicata e l'evoluzione degli eventi nei prossimi giorni e settimane sarà cruciale per comprendere appieno le motivazioni e le conseguenze delle scelte di Netanyahu.
Le implicazioni internazionali sono altrettanto rilevanti, con la comunità internazionale che guarda con crescente preoccupazione a questa escalation della tensione.
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