Cannone sonico in Serbia? Proteste e smentite, l'Ue chiede indagini.

Novi Sad: L'eco delle proteste dopo la tragedia, l'ombra del "cannone sonico"
La rabbia dei manifestanti non si placa dopo la tragica manifestazione di sabato a Novi Sad, in Serbia, che ha visto una folla chiedere giustizia per le vittime di una recente tragedia. L'accusa più grave, lanciata con forza dai partecipanti alla protesta, è l'utilizzo di un "cannone sonico" da parte delle forze dell'ordine per disperdere la folla.La polizia serba ha prontamente smentito l'utilizzo di tale tecnologia, rilasciando un comunicato stampa che definisce le accuse "infondate e prive di fondamento". Tuttavia, le testimonianze raccolte tra i manifestanti sono numerose e concordanti. Molti hanno riportato malesseri fisici, come vertigini, nausea e dolori intensi, sintomi compatibili con l'esposizione a armi acustiche. Le immagini e i video girati durante la manifestazione, diffusi sui social media, mostrano momenti di disordine e concitazione, ma non forniscono prove definitive sull'utilizzo di armi non letali avanzate.
La vicenda ha attirato l'attenzione dell'Unione Europea, che ha chiesto un'indagine approfondita e trasparente sull'accaduto. "L'UE condanna fermamente ogni forma di violenza e chiede alle autorità serbe di chiarire immediatamente i fatti e di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini, compreso il diritto alla libertà di manifestazione", ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea.
Intanto, la tensione a Novi Sad rimane alta. Organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per la situazione e hanno chiesto un'inchiesta indipendente, lontana da interferenze politiche. I familiari delle vittime della tragedia iniziale, già devastati dal lutto, sono ora alle prese con la rabbia e la frustrazione per la gestione della successiva protesta. Le loro richieste di giustizia sembrano essere ancora lontane dall'essere soddisfatte, e l'ombra del "cannone sonico" getta un'ulteriore ombra di mistero su una vicenda già profondamente dolorosa.
La situazione richiede un'indagine completa e imparziale, in grado di fare luce su quanto accaduto sabato a Novi Sad e di restituire la verità a chi chiede giustizia. L'attenzione della comunità internazionale è alta, e la Serbia è chiamata a rispondere in modo adeguato e trasparente alle accuse. Il futuro dipenderà dalla capacità delle istituzioni di garantire trasparenza e rispetto dei diritti fondamentali dei propri cittadini. La vicenda, inoltre, solleva interrogativi importanti sull'utilizzo di armi non letali e sulla necessità di una regolamentazione più stringente in questo campo.
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