Ecco un titolo riformulato: **Tesla e i dazi di Trump: un cortocircuito inatteso per Musk**

Ecco un titolo riformulato:

**Tesla e i dazi di Trump: un cortocircuito inatteso per Musk**

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La lettera dei dirigenti al tycoon: "Se la Cina bloccasse le batterie al litio..." - Il paradosso, Tesla (di Musk) preoccupata per i dazi di Trump: "Componenti introvabili"

NEW YORK - "Un campanello d'allarme risuona nella Silicon Valley e non solo," così esordisce la bozza di una lettera, trapelata da fonti interne, che alcuni dirigenti di importanti aziende tecnologiche avrebbero indirizzato a figure chiave dell'amministrazione americana. Il tema centrale? La crescente dipendenza dal mercato cinese per le batterie al litio e la potenziale vulnerabilità che ne deriverebbe qualora Pechino decidesse di interrompere le forniture.

La missiva, dal tono allarmato, evidenzia come un'eventuale escalation delle tensioni commerciali, amplificata dalle politiche protezionistiche di Donald Trump, potrebbe avere conseguenze disastrose per l'industria americana. L'accesso limitato al litio, elemento cruciale per la produzione di batterie destinate ai veicoli elettrici, ai sistemi di accumulo di energia e a una vasta gamma di dispositivi elettronici, metterebbe a rischio la competitività delle aziende statunitensi.

Il paradosso è evidente: da un lato, l'amministrazione americana punta a incentivare la produzione interna e a ridurre la dipendenza dalla Cina; dall'altro, i dazi imposti da Trump su determinati componenti e materiali rischiano di rendere "introvabili" le materie prime necessarie, come lamentano i vertici di Tesla. Elon Musk, in particolare, ha espresso più volte la sua preoccupazione per l'aumento dei costi e la difficoltà di approvvigionamento che potrebbero derivare da un'ulteriore inasprimento dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina.

La lettera dei dirigenti, pertanto, rappresenta un accorato appello alla moderazione e alla ricerca di soluzioni diplomatiche che preservino gli interessi economici americani, evitando di innescare una spirale protezionistica che finirebbe per danneggiare tutti gli attori coinvolti. Il futuro dell'industria tecnologica statunitense, in fondo, sembra essere appeso a un filo, teso tra le ambizioni di autonomia strategica e la realtà di una filiera globale interconnessa.

Restano da vedere le reazioni del tycoon e dell'amministrazione americana, ma una cosa è certa: la questione delle batterie al litio è destinata a rimanere al centro del dibattito economico e politico nei prossimi mesi.Il Sole 24 Ore

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(14-03-2025 11:23)