Irpinia: viaggio nell'inferno delle strade terremotate

Ho viaggiato fino all’inferno sulle strade terremotate dell’Irpinia

25 Novembre 1980. Un viaggio infernale. Questo è ciò che resta impresso nella memoria dopo aver percorso le strade dell’Irpinia, devastate dal terremoto di ieri. Il paesaggio è apocalittico: paesi rasi al suolo, case ridotte a macerie, un silenzio irreale rotto solo dai lamenti dei feriti e dalle grida di disperazione dei sopravvissuti. È una scena di distruzione che lascia senza parole.

Ma ciò che più colpisce, più di quella desolazione che si estende a perdita d’occhio, è la totale disorganizzazione dei soccorsi. A distanza di più di 24 ore dal sisma, l'arrivo degli aiuti è ancora sporadico e caotico. Automezzi carichi di generi di prima necessità si intasano lungo le strade bloccate, incapaci di raggiungere le zone più colpite.
Il Commissario del Governo, Giuseppe Zamberletti, si trova in una situazione di evidente difficoltà. La sua autorità sembra non bastare a coordinare le diverse forze in campo: Protezione Civile, Croce Rossa, Esercito. Si assiste a una vera e propria corsa contro il tempo, ma il tempo sembra essere dalla parte della tragedia.

Ho visto con i miei occhi l’angoscia dei sopravvissuti, disperati tra le macerie, in cerca di parenti, di cibo, di un minimo di assistenza. Ho incontrato medici e infermieri che lavorano senza sosta, in condizioni precarie, con mezzi insufficienti. La loro dedizione è encomiabile, un faro di speranza in mezzo a tanta disperazione.
Ma la mancanza di una struttura organizzativa efficiente mette a rischio l'intera operazione di salvataggio. Manca una regia capace di indirizzare gli aiuti dove sono più necessari, di stabilire delle priorità, di coordinare le diverse squadre di soccorso. La situazione è drammatica e richiede un intervento immediato, deciso e coordinato.

Le strade sono impraticabili, i mezzi di comunicazione funzionano a singhiozzo. Raggiungere i paesi più isolati è un'impresa eroica. Ma la volontà di aiutare, la solidarietà di tante persone giunte da ogni parte d'Italia, offre un barlume di speranza in questo scenario di distruzione.
È necessario un cambio di passo immediato, un'organizzazione più efficiente, una maggiore sinergia tra le forze coinvolte, per evitare che questa tragedia si trasformi in un'ulteriore, immane catastrofe. La ricostruzione, ancora più complessa e necessaria, non dovrà attendere che le operazioni di soccorso siano concluse in modo sicuro ed efficace. La conta delle vittime, ancora incerta, è già drammatica e il timore è che il numero definitivo sia ancora più alto di quanto si possa immaginare ora.
Questa tragedia ha messo a nudo una fragilità del sistema che non possiamo più ignorare.

L'Irpinia piange, e l'Italia piange con lei.

(14-03-2025 00:01)