Dazi Trump, Tesla in difficoltà: Musk denuncia la scarsità di componenti
La minaccia cinese sulle batterie: Tesla trema, i dirigenti scrivono a Musk
Un'ombra cinese si allunga sul futuro delle auto elettriche. Una lettera, indirizzata direttamente al tycoon Elon Musk, rivela la crescente preoccupazione di alcuni dirigenti del settore per una possibile decisione di Pechino di bloccare le esportazioni di batterie al litio. La missiva, il cui contenuto è stato parzialmente rivelato da fonti interne, dipinge uno scenario inquietante per la produzione di Tesla, già alle prese con le conseguenze dei dazi imposti dall'amministrazione Trump.
"Se la Cina decidesse di limitare o bloccare le esportazioni di batterie al litio, le conseguenze per la nostra produzione sarebbero catastrofiche", si legge nella lettera, che sottolinea la dipendenza quasi totale di Tesla da fornitori cinesi per questo componente cruciale delle sue auto elettriche. La situazione è ulteriormente aggravata dalle difficoltà di reperimento di alternative affidabili e in tempi brevi.
Il paradosso è lampante: Tesla, simbolo della rivoluzione green e punta di diamante dell'industria automobilistica americana, si trova intrappolata in una sorta di dipendenza energetica dalla Cina. Da un lato, l'azienda di Musk beneficia del mercato cinese, uno dei principali motori della crescita del settore EV; dall'altro, si trova a rischio di paralisi produttiva a causa della forte dipendenza dalle forniture cinesi di batterie al litio. La questione dei dazi imposti da Trump, che hanno reso più difficoltoso e costoso l'approvvigionamento di componenti dagli Stati Uniti, complica ulteriormente la situazione, creando un circolo vizioso che rischia di compromettere la competitività di Tesla a livello globale.
La lettera dei dirigenti non si limita a descrivere la gravità della situazione, ma sollecita Musk ad agire con urgenza per diversificare le fonti di approvvigionamento e ridurre la dipendenza dalla Cina. Si parla di investimenti massicci in nuove partnership con aziende di altri Paesi, ma l'impresa si presenta ardua e dai costi elevati. La sfida è di proporzioni enormi: creare una filiera produttiva alternativa in tempi rapidi, considerando sia gli aspetti economici che quelli geopolitici.
La situazione è un campanello d'allarme per l'intero settore automobilistico, che dimostra come la corsa all'elettrico non sia esente da rischi e complessità. La dipendenza dalle materie prime e la loro geolocalizzazione rappresentano una sfida cruciale che richiede soluzioni strategiche a lungo termine, prima che situazioni come questa possano causare danni irreparabili all'industria.
Il futuro dell'industria automobilistica elettrica sembra dipendere, almeno in parte, dalla capacità di trovare soluzioni innovative e di ridurre le vulnerabilità derivanti da una eccessiva concentrazione della produzione in un singolo Paese.
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