Garlasco, il caso Stasi: parla il giudice che lo scagionò inizialmente, "C'era un'anomalia evidente".
Omicidio di Garlasco, il giudice che assolse Stasi: "Ecco perché avevo dubbi"
Garlasco, un caso che continua a far discutere a distanza di anni. L'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, ha segnato profondamente l'opinione pubblica e il suo presunto colpevole, Alberto Stasi, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione. Ma cosa pensano i giudici che, in primo grado, lo avevano assolto?
A distanza di tempo, emergono nuove dichiarazioni. Uno dei giudici del tribunale di Vigevano che, nel 2009, assolse Alberto Stasi, ha rilasciato un'intervista esclusiva. "C'erano delle cose che proprio non mi tornavano," ha affermato il magistrato, che preferisce rimanere anonimo. "Durante il processo, alcuni elementi indiziari non mi sembravano sufficientemente solidi per emettere una sentenza di condanna. Non c'era una prova regina, qualcosa di inequivocabile che inchiodasse Stasi alle sue responsabilità."
Il giudice ha poi aggiunto: "La condanna definitiva è arrivata anni dopo, basata su una valutazione complessiva degli indizi. Rispetto quella decisione, ma continuo a pensare che in primo grado avessimo fatto la scelta giusta, alla luce delle prove che avevamo a disposizione in quel momento."
L'omicidio di Garlasco continua a essere un caso aperto nella mente di molti. La vicenda, ricca di ombre e interrogativi, alimenta ancora oggi il dibattito sulla giustizia e sul ruolo dei media nella costruzione della verità processuale.
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